Un recente sondaggio condotto durante il primo incontro del progetto “Swipe. Scorrendo tra le generazioni” ha messo in luce una realtà preoccupante riguardo ai giovani e il loro rapporto con la tecnologia e la sessualità. L’iniziativa, promossa da Fondazione Caritro e Sideout Music a Trento, ha raccolto le testimonianze di numerosi ragazzi che hanno condiviso le loro esperienze e le loro ansie legate a questi due ambiti.
Un uso smodato della tecnologia tra i giovani
I dati del sondaggio parlano chiaro: ben il 42% dei giovani partecipanti all’evento trascorre più di sei ore al giorno connesso. Questa condizione ha sollevato interrogativi tra i presenti, che si sono interrogati sulle conseguenze di un utilizzo così intenso delle tecnologie. Durante la discussione, diversi ragazzi hanno espresso un mix di sentimenti nei confronti dei social media e delle nuove tecnologie, descrivendo una sorta di amore e odio per questi strumenti. Da un lato, i social offrono nuove opportunità di socializzazione e connessione, dall’altro ci si sente spesso schiacciati dalla pressione delle aspettative e delle performance online.
La continua esposizione a contenuti digitali crea un ambiente in cui i giovani sentono la necessità di essere sempre pronti a condividere attimi della loro vita, creando una sorta di ansia da prestazione. La paura di perdere aggiornamenti o di non apparire abbastanza interessanti si fa sentire pesantemente, contribuendo a un livello di stress che può influenzare anche il loro benessere psicologico.
La sessualità tra libertà e ansia performativa
Un altro aspetto emerso durante l’incontro riguarda la sfera affettiva e la sessualità. Lo psicologo e sessuologo Livio Ricciardi ha sottolineato come la sessualità stia evolvendo in un contesto in cui non è più vista solo come un aspetto riproduttivo, ma assume sempre più un carattere di svago. Ricciardi ha evidenziato come questa trasformazione possa generare una forte ansia performativa tra i giovani. Molti di loro si sentono sotto pressione per soddisfare un ideale di prestazione che, spesso, è influenzato dai modelli di relazione proposti dai social media.
La crescente confusione riguardo a ciò che è considerato normativo o desiderabile nell’ambito delle relazioni romantiche e sessuali rende il navigare in queste acque emotive sempre più complicato. Lo psicologo ha quindi fatto appello a un “nuovo rivoluzionamento sessuale” come opportunità per riaffermare la libertà e l’autenticità nelle esperienze affettive, suggerendo che le giovani generazioni devono ripensare le proprie relazioni per liberarsi dalle gabbie imposte dalla società.
Il bisogno di un dialogo aperto e sincero
Alla luce di quanto emerso, appare chiaro che è essenziale promuovere un dialogo aperto tra i giovani e gli adulti su temi delicati come la tecnologia e la sessualità. Le nuove generazioni meritano uno spazio in cui possano esprimere le proprie ansie e dubbi, ricevendo supporto e informazioni adeguate. L’incontro di Trento rappresenta un passo importante in questa direzione, fungendo da catalizzatore per iniziative future che possano affrontare questi argomenti in modo costruttivo e assolutamente non giudicante.
La questione della salute mentale e del benessere dei giovani, così come l’esplorazione della loro sessualità, deve continuare a essere al centro dell’attenzione delle istituzioni e della società nel complesso. Solo attraverso un coinvolgimento sincero e una comunicazione chiara si potrà costruire un ambiente che favorisca la crescita sana dei giovani.