Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha recentemente aperto alla possibilità di una sua ricandidatura alla guida dell’ente sportivo nazionale. Le sue osservazioni, espresse durante un’intervista a “Zona Bianca” su Rete4, pongono l’accento sulle recenti modifiche normative che influenzano le dinamiche di voto per le presidenze delle federazioni, emerse in un contesto altamente competitivo, alla vigilia di eventi sportivi cruciali come le Olimpiadi di Parigi 2024 e le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Malagò, pur evidenziando i cambiamenti legislativi, ha anche sgombrato il campo da voci riguardanti possibili formazioni politiche o nuovi incarichi.
La questione della ricandidatura e le nuove normative
Le nuove regole di elezione nel Coni
Giovanni Malagò ha sollevato questioni rilevanti riguardo alle modalità di elezione della presidenza del Coni, in particolare in seguito all’adozione di una legge recente che stabilisce regole differenti per le Federazioni sportive rispetto al CONI stesso. Secondo le nuove disposizioni, per poter essere eletti nuovamente in un incarico, è necessario ottenere una maggioranza qualificata dei due terzi. Malagò ha messo in evidenza come questa norma, sebbene applicabile a tutti, non riguardi in modo equivalente il suo ente di competenza, generando potenzialmente un’ingiustizia nel processo elettorale. La sua posizione evidenzia la sua determinazione nel continuare a rappresentare il Coni, sebbene la strada verso la ricandidatura non sia priva di ostacoli, considerando anche la sostanza del consenso richiesto.
La risposta alle voci di nuovi incarichi
Durante l’intervista, il presidente Malagò ha nettamente escluso l’ipotesi di una sua candidatura a incarichi politici, come quello di sindaco di Roma o leader della Federazione Italiana Giuoco Calcio . “Assolutamente no”, ha affermato, confermando che il suo attuale mandato durerà fino al 30 maggio 2025, un termine che intende onorare con serietà. La sua difesa della posizione attuale si focalizza su un impegno costante e sull’importanza di non disperdere le energie in ipotesi che distraggono dall’obiettivo principale del suo mandato.
L’incontro con il presidente Mattarella e le polemiche olimpiche
Quarti classificati e riconoscimenti ufficiali
Malagò ha elogiato il gesto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha deciso di ricevere anche i quarti classificati alle Olimpiadi di Parigi 2024, un modo per valorizzare l’impegno degli atleti e riconoscere meriti anche al di là del podio. Questo riconoscimento sottolinea l’attenzione istituzionale riservata al mondo dello sport italiano, un aspetto che Malagò ha definito di “sensibilità unica“. Le Olimpiadi rappresentano un’opportunità per rifocalizzare l’attenzione sull’importanza dello sport nel panorama nazionale e non solo come un evento competitivo, ma come un fattore di unità e orgoglio per il Paese.
Polemiche durante l’apertura delle Olimpiadi di Parigi
Il presidente del Coni ha, tuttavia, espresso disappunto riguardo a un incidente verificatosi durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, dove il presidente Mattarella è rimasto esposto alla pioggia senza alcuna protezione. Malagò ha denunciato un “errore gravissimo” da parte del comitato organizzatore, sottolineando che non ci si può permettere che capi di Stato e membri del Comitato Olimpico Internazionale siano messi in una posizione così scomoda, mentre i rappresentanti del governo francese erano stati sistemati all’asciutto. Questi eventi sollevano interrogativi sulla preparazione e sull’organizzazione dell’evento olimpico stesso.
Dichiarazioni sulla polemica Vannacci
Libertà di espressione e identità nazionale
Infine, Malagò ha commentato le recenti dichiarazioni riguardo al generale Roberto Vannacci, sostenendo la libertà di pensiero da parte di tutti, ma tracciando un confine chiaro riguardo all’identità sportiva italiana. In risposta alle affermazioni di Vannacci, Malagò ha riaffermato con fermezza che atlete come Paola Egonu rappresentano pienamente l’italianità e non devono essere oggetto di dibattiti superficiali. La sua posizione così chiara mira a proteggere i valori fondamentali dello sport e dell’inclusione, elementi chiave della cultura sportiva contemporanea.
L’intervento di Malagò illumina le complesse relazioni tra sport, politica e identità nazionale, evidenziando la centralità del Coni in questo dialogo e il suo impegno a garantire che il mondo dello sport italiano continui a prosperare e a rappresentare i suoi valori più profondi.