Mentre il Giubileo 2025 si avvicina con rapidità, le aspettative si amalgamano a preoccupazioni. L’evento religioso attirerà a Roma una moltitudine di persone da ogni angolo del pianeta, creando opportunità di incontro e scambio culturale. Tuttavia, un team di epidemiologi e scienziati ha sollevato dubbi circa i potenziali rischi per la salute pubblica associati a tale afflusso, sottolineando la necessità di una preparazione strategica.
Rischi per la salute pubblica
L’arrivo di milioni di pellegrini porta inevitabilmente a un aumento del rischio di diffusione delle malattie infettive. In una lettera indirizzata alla rivista scientifica ‘Lancet’, gli esperti, tra cui Francesco Branda e Massimo Ciccozzi dell’Università Campus Bio-Medico e Fabio Scarpa dell’Università di Sassari, evidenziano che anche se ci si sta lasciando alle spalle la crisi pandemica da Covid-19, ora ci sono nuove minacce. Tra queste, l’influenza aviaria e l’Mpox, ex vaiolo delle scimmie, che dimostrano la vulnerabilità delle popolazioni umane. La lettera di avvertimento sottolinea che eventi di massa come il Giubileo creano un contesto favorevole alla rapida diffusione di patogeni, data l’alta densità di persone in spazi ristretti come chiese, dormitori e mezzi di trasporto.
La concentrazione di visitatori internazionali espone non solo ai virus respiratori e alle infezioni gastrointestinali, ma anche a diverse malattie trasmesse da vettori. Gli scienziati avvertono che le grandi manifestazioni religiose hanno un passato preoccupante. Infatti, eventi simili hanno spesso portato alla diffusione di malattie. Un esempio emblematico è rappresentato dalla pandemia di Mers-CoV durante il pellegrinaggio del Hajj nel 2012, un episodio che ha evidenziato il potenziale rischio associato alla condivisione di spazi affollati.
Un piano di preparazione in sette pilastri
Per mitigare questi rischi, il team di ricerca ha presentato un piano dettagliato denominato “Jubilee 2024 Pandemic Preparedness and Response Plan”. Questo progetto si fonda su sette pilastri fondamentali che guidano l’approccio verso la preparazione e la risposta a eventuali emergenze sanitarie.
Il primo pilastro è la sorveglianza epidemiologica, ovvero il monitoraggio costante dell’andamento delle malattie infettive. Si prevede di integrare l’analisi dei dati con il sequenziamento genetico per identificare tendenze emergenti e migliorare la comprensione del contagio. Il secondo pilastro prevede studi avanzati sulle origini e sulla trasmissione delle malattie, con l’ausilio di intelligenza artificiale e genomica. Questo approccio innovativo mira a sviluppare modelli predittivi per ottimizzare gli interventi sanitari.
Il terzo e quarto pilastro riguardano la formazione degli operatori sanitari. Sono previsti workshop, seminari e campagne di sensibilizzazione, mirati a rafforzare le competenze e a garantire una risposta rapida ed efficace in caso di emergenza. Questo fa parte di un obiettivo più ampio di collaborazione e networking, fondamentale per il scambio di conoscenze e la creazione di piani di risposta coordinati.
Il quinto pilastro enfatizza la prevenzione attraverso misure basate su evidenze, inclusi programmi di vaccinazione e campagne di educazione sanitaria. L’importanza di avere risorse pronte per le emergenze è il sesto pilastro, dove ci si impegna a reperire velocemente i mezzi necessari per gestire le situazioni critiche.
Infine, il settimo pilastro affronta l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, promuovendo un approccio “One Health” molto attuale per la lotta contro le zoonosi, malattie trasferite dagli animali all’uomo.
Questa visione strategica e preventivista serve non solo per il Giubileo 2025, ma pone le basi per una preparazione a lungo termine nell’affrontare crisi sanitarie globali, un tema che richiede attenzione e azione concertata.