Guardia costiera di Pozzuoli sequestra oltre 3.500 metri di reti da pesca irregolari a Capo Miseno

Guardia costiera di Pozzuoli sequestra oltre 3.500 metri di reti da pesca irregolari a Capo Miseno - Ilvaporetto.com

Un’operazione coordinata dalla Guardia costiera di Pozzuoli ha avuto luogo recentemente a Capo Miseno, intensificando la vigilanza sulla filiera della pesca marittima. Sotto il comando del capitano Edoardo Russo, i militari hanno risposto a segnalazioni riguardanti attività di pesca illegale, rivelando una significativa quantità di attrezzature non conformi.

L’intervento della Guardia costiera di Pozzuoli

Il contesto dell’operazione

Il personale della Guardia costiera di Pozzuoli ha avviato una serie di controlli programmati, mirati a garantire la legalità e la sostenibilità delle attività di pesca nell’area marina di Capo Miseno. Le operazioni hanno preso avvio dopo che diverse segnalazioni da parte della comunità locale avevano messo in evidenza la presenza di reti da pesca non autorizzate. In questo contesto, la collaborazione con i Carabinieri ha ulteriormente rafforzato l’efficacia dell’azione di controllo.

Le modalità dell’intervento

Le operazioni di verifica si sono svolte congiuntamente tra la Guardia costiera e i Carabinieri, evidenziando l’importanza della cooperazione interforze per il monitoraggio delle attività marittime. In particolare, le forze dell’ordine hanno utilizzato mezzi nautici specializzati per pattugliare l’area e identificare le zone critiche dove si sospettava l’uso di attrezzature da pesca illecite. Le operazioni sono state meticolosamente pianificate per garantire sicurezza e rispetto delle normative marittime.

La scoperta di reti irregolari

Dettagli sull’irregolarità

Nel corso dell’operazione, sono state recuperate oltre 3.500 metri di reti da pesca derivanti irregolari, le quali presentavano maglie inferiori ai limiti stabiliti dalle normative nazionali e comunitarie. Queste reti non solo violano le regolazioni vigenti, ma sono anche considerate attrezzi da pesca dannosi. Secondo quanto dichiarato dalla Guardia costiera, l’uso di tali attrezzi comporta il rischio di catturare pesci non conformi, inclusi esemplari che non sono nemmeno commercializzati, rappresentando così una minaccia significativa per la biodiversità marina.

L’impatto ambientale delle reti irregolari

L’impiego di reti da pesca non selettive ha un impatto devastante sugli ecosistemi marini. Queste attrezzature possono intrappolare una vasta gamma di specie, comprese quelle al di sotto della taglia minima consentita. La cattura indiscriminata non solo riduce la popolazione di pesci adulti, ma compromette anche il ripopolamento degli stock ittici, ponendo a rischio l’equilibrio ecologico delle acque locali. L’operato della Guardia costiera è quindi essenziale per la salvaguardia della fauna marina e per la protezione delle risorse ittiche.

Prossime azioni per la rimozione delle reti

Collaborazione con altre autorità

Nei prossimi giorni, è prevista un’operazione di rimozione delle reti irregolari in collaborazione con il Nucleo subacqueo dei Carabinieri e la Lega navale italiana. Questa fase della missione avrà l’obiettivo di recuperare e rimuovere le attrezzature illecite per prevenire ulteriori danni all’ambiente marino. La rete recuperata, in particolare, si trova vicino a una secca a Punta Palomba, un’area critica per la conservazione della fauna ittica.

Il significato delle operazioni

Queste azioni non solo evidenziano l’importanza della vigilanza nella filiera della pesca, ma rafforzano anche la responsabilità delle autorità nel garantire un ambiente marino sano e sostenibile. L’impegno sinergico delle forze armate e delle organizzazioni locali è fondamentale per combattere la pesca illegale e promuovere buone pratiche nella gestione delle risorse marine. L’attenzione continua da parte della Guardia costiera e delle autorità competenti rappresenta un passo significativo verso la tutela dell’ecosistema marino italiano.

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