Il fenomeno dell’overtourism sta portando Napoli a vivere un periodo di cambiamenti drammatici, sia per i residenti che per il mercato immobiliare. Con l’avvicinarsi del 2025, i prezzi delle abitazioni nel centro storico sono in costante aumento, segno di una crisi abitativa che colpisce duramente la popolazione. A questi aumenti, si uniscono i costi di affitto in continua crescita, che mettono in difficoltà molte famiglie napoletane.
Aumenti esorbitanti nei canoni di affitto
Il mercato degli affitti a Napoli ha registrato negli ultimi tempi un incremento significativo, il più elevato tra le grandi città d’Italia. Gli affitti sono aumentati dell’8,1%, portando il prezzo medio a circa 15,7 euro al metro quadro. Questo scenario presagisce il superamento della soglia dei 3mila euro al metro quadro anche nel settore delle vendite, che cresce del 2,6% su base annua.
Questo balzo dei canoni di affitto ha un impatto diretto sulle famiglie, costrette ad affrontare spese insostenibili. I vecchi bassi, un tempo abitazioni tradizionali, sono ora trasformati in bed and breakfast e case vacanze, spingendo i prezzi verso l’alto. Questo processo non solo ha reso più difficile per gli abitanti trovare una casa a prezzi accessibili, bensì sta contribuendo a una profonda trasformazione sociale del centro storico.
Con circa 11mila appartamenti disponibili per le locazioni turistiche su piattaforme come Airbnb, il mercato è diventato sempre più competitivo, ma per chi vive a Napoli le conseguenze stanno diventando insostenibili. Paolo Grassi ha messo in evidenza un problema serio: l’assenza di controlli adeguati sulle strutture ricettive, che porta all’insorgere di canoni di affitto inavvicinabili per i residenti.
Il dramma degli sfratti e delle famiglie in difficoltà
La situazione abitativa si fa sempre più precaria, con oltre 10mila sfratti registrati negli ultimi anni, una cifra che coincide con l’aumento esponenziale delle strutture ricettive non regolate. Molti residenti, famiglie con bambini o disabili, si trovano costretti ad abbandonare le loro case a causa di richieste di affitto esorbitanti.
Questa crisi abitativa si riflette non solo nei costi delle abitazioni, ma anche nella vita quotidiana di chi è rimasto. Gli studenti, ad esempio, sono costretti a vivere un’odissea per trovare soluzioni abitative abbordabili, con camere in condivisione che raramente costano meno di 400 euro al mese, mentre i monolocali superano spesso i 700-800 euro. Le famiglie, che un tempo aspettavano di crescere nel proprio quartiere, si vedono costrette a cercare abitazioni lontano dal centro, aggravando il fenomeno del pendolarismo.
Con queste violazioni dei diritti, molti cittadini hanno alzato la voce, scendendo in piazza per chiedere misure urgenti e per opporsi agli effetti tossici dell’overtourism che minaccia la loro vita quotidiana. Il rischio è quello di veder scomparire il tessuto sociale di Napoli, rimpiazzato da un’offerta turistica che non considera la popolazione locale e le sue necessità.
Un’amministrazione comunale sotto pressione
L’amministrazione di Napoli, guidata dal sindaco Gaetano Manfredi, si trova di fronte a una sfida senza precedenti. Da un lato, l’afflusso di turisti ha portato benefici economici, il che è innegabile; dall’altro, l’aumento dei visitatori ha avuto effetti collaterali gravi che non possono essere ignorati. Mentre la città riacquista il suo lustro e viene nuovamente vista come una meta ambita dai viaggiatori italiani e stranieri, i residenti subiscono un calo della qualità della vita, legato a sovraffollamento e carenze nei servizi.
Il governo cittadino deve ora intervenire con decisione, fissando regole chiare per il settore turistico e garantendo la salvaguardia dei diritti dei residenti. Le recenti segnalazioni suggeriscono la necessità di regolamentare gli alloggi turistici, assicurando che non ci siano strutture in nero che contribuiscano all’ulteriore lievitazione dei costi. Sanzioni più severe e controlli più rigorosi sono richieste a gran voce dalla comunità.
Il rischio di seguire il modello di città come Venezia, dove i residenti sono stati progressivamente espulsi dalle zone centrali, rappresenta una questione urgente. Secondo i dati riportati, Napoli ha perso oltre 100mila abitanti negli ultimi anni. La città metropolitana sta affrontando una vera e propria emorragia di giovani, che scelgono di abbandonare un luogo che non offre più opportunità né condizioni di vita dignitose.
Nel complesso, la questione dell’overtourism a Napoli si fa scottante, richiedendo un’attenzione rapida e intelligente, per assicurare un equilibrio tra sviluppo turistico e qualità della vita dei cittadini.