L’ottava edizione di Icon, il triathlon considerato tra i più impegnativi e spettacolari al mondo, ha attratto quasi 300 atleti da diverse nazioni, portando con sé storie di coraggio e resilienza. Questa gara non è solo un evento sportivo, ma un’esperienza avvincente che sfida i partecipanti a superare i propri limiti fisici e mentali. L’evento si è svolto in una cornice mozzafiato, e le prestazioni degli atleti partecipanti hanno confermato la notorietà del tracciato, facendone un appuntamento imperdibile nel panorama dei triathlon estremi.
Il triathlon Icon si è aperto all’alba sul lago di Livigno, con un’atmosfera magica illuminata da torce e fuochi. L’evento ha visto i partecipanti affrontare una prova di nuoto in acque fredde, con temperature che sfioravano i 14 gradi. La partenza, in condizioni climatiche fresche — con otto gradi di temperatura ambientale — ha messo a dura prova la resistenza degli atleti, ma ha anche contribuito a creare un’atmosfera di grande intensità.
Il percorso di Icon è noto per la sua difficoltà, comprendente una frazione ciclistica di 195 km e un dislivello di 5000 metri, seguito da una maratona finale che sfida la resistenza di ciascun atleta. La forza dei partecipanti si è vista soprattutto durante il segmento ciclistico, con il brasiliano Thiaho Menuci che ha preso il comando, riuscendo a mantenere il distacco sugli avversari. La maratona finale ha richiesto agli atleti di affrontare le pendenze più dure, creando un momento di grande drammaticità.
La competizione ha visto un elevato livello di prestazioni, con molteplici atleti che hanno terminato la gara, testimonianza della preparazione e della determinazione profusa. Thiaho Menuci, con un tempo di 13 ore, 9 minuti e 23 secondi, ha tagliato il traguardo per primo. Dietro di lui, il duo italiano del Team Sportaction, Matteo Andreini e Giuseppe Bonsi, rispettivamente secondo e terzo. Anche nella categoria femminile, Mariia Gosteva ha primeggiato con un tempo di 15 ore, 13 minuti e 25 secondi, seguita da Tabea Ruegge e Sandra Wolf.
Un aspetto rilevante di questa edizione è stata l’incrementata partecipazione femminile, che ha raggiunto quasi il 10% degli iscritti totali. Questo rappresenta un significativo passo avanti per il triathlon e per lo sport in generale, sottolineando come le donne stiano guadagnando sempre più spazio in questa disciplina. La presenza femminile, unita alle varie storie di motivazione e impegno, ha arricchito il senso di comunità che caratterizza l’evento.
Icon non è soltanto un evento isolato, ma è parte del prestigioso circuito XTRI World Tour, che unisce i triathlon più estremi e affascinanti a livello globale. La gara si distingue per il suo tracciato impegnativo e per la bellezza naturale dei luoghi, rendendola un fiore all’occhiello del triathlon estremo. Con la prossima edizione già pianificata per il 2025 a Livigno, la gara continua a catturare l’attenzione di atleti e appassionati.
L’appuntamento di Icon è diventato un fulcro di storie personali, in cui atleti professionisti e amatori si ritrovano a condividere la stessa sfida. La motivazione di ognuno trascende il mero risultato sportivo, spesso legata a obiettivi più ampi, inclusi progetti sociali e raccolta fondi. Questo elemento umano, che interseca lo sport, crea legami duraturi tra i partecipanti, suggerendo che le sfide affrontate sono tanto fisiche quanto emotive.
La grandezza di Icon risiede non solo nel suo tracciato impegnativo, ma anche nella celebrazione dello spirito umano e nella forza delle storie che ogni atleta porta con sé.