Iga Swiatek, attuale numero due del mondo nel tennis femminile, ha recentemente affrontato la difficile vicenda che l’ha coinvolta a causa di una squalifica per positività a un controllo antidoping. In un’intervista approfondita a “Fakty po Faktach“, programma di una rete polacca, l’atleta ha condiviso i dettagli delle sue emozioni e delle sue esperienze durante questo tumultuoso periodo. La storia di Swiatek non solo evidenzia il peso delle accuse di doping, ma anche le implicazioni burocratiche e finanziarie che possono travolgere un atleta di alto livello.
La reazione devastante alla positività
Quando Iga Swiatek ha ricevuto la notizia della sua positività alla trimetazidina, una sostanza vietata, la reazione è stata tutt’altro che contenuta. “Ho avuto una reazione violenta, un mix di incomprensione e panico” ha dichiarato durante l’intervista. Le emozioni l’hanno sopraffatta, portandola a versare lacrime e a vivere un vero e proprio stato di shock. Ricorda con chiarezza quel momento difficile in cui ha aperto una mail che, a sua insaputa, avrebbe cambiato radicalmente la sua carriera. “Ero convinta si trattasse di un’informazione di routine per i tennisti, ma la gravità della notizia mi ha colta di sorpresa”, ha aggiunto Swiatek, descrivendo come sia riuscita a malapena a completare la lettura del messaggio, crollando in lacrime.
L’atleta ha descritto i suoi manager come testimoni di una reazione simile a quella di chi affronta una situazione di grave emergenza. “Mi sono sentita come se avessi appena perso qualcuno di molto caro”, ha detto. Non riuscendo a comprendere la natura della sostanza e il motivo per cui fosse coinvolta, Swiatek ha vissuto un periodo di confusione totale, raccontando di aver addirittura provato disgusto nei confronti del tennis.
La questione burocratica e il desiderio di riabilitazione
Swiatek ha poi affrontato il tema della sua posizione legale. Se da un lato desiderava affermare la propria innocenza, dall’altro ha riconosciuto che per lei si trattava di una questione principalmente burocratica. “Preferirei dire ‘non colpevole’, ma ammetto che per me è solo una formalità”, ha spiegato, sottolineando che il suo obiettivo principale rimane quello di prepararsi per la prossima stagione senza ulteriori distrazioni.
Parlando della decisione della punizione, che ha previsto un mese di fermo, la tennista ha spiegato che è stata presa seguendo delle procedure rigorose stabilite dagli organi del tennis. “Non c’era solo una persona a giudicarmi, c’erano delle procedure da seguire”, ha chiarito. La sua speranza è ora quella di poter tornare a concentrarsi esclusivamente sul gioco, lontano dai riflettori delle controversie legate al doping.
Il confronto con altri casi di doping nel tennis
Nel corso dell’intervista, Swiatek non ha potuto evitare di menzionare il caso di Jannik Sinner, anch’esso coinvolto in una questione di doping, con la sentenza definitiva attesa per febbraio. “È difficile stabilire confronti tra casi come il mio e quelli di Sinner o di Simona Halep”, ha affermato, sottolineando l’unicità di ciascuna situazione. La tennista ha ribadito come ogni atleta affronti un percorso diverso nel tentativo di dimostrare la propria innocenza.
Swiatek ha evidenziato che queste situazioni non riguardano solo gli atleti, ma anche gli organi di giustizia sportiva, come l’ITIA, e ha espresso la sua fiducia nei processi di valutazione. “Voglio credere che ogni caso venga trattato secondo le normative e che non ci siano eccezioni dettate dalla notorietà dei singoli giocatori”, ha dichiarato. Questo aspetto evidenzia la fragilità della reputazione di un atleta e la rilevanza delle decisioni prese dietro le quinte.
Le spese economiche e le sfide finanziarie
Infine, Swiatek ha messo in luce anche un aspetto spesso trascurato in queste situazioni: le spese economiche necessarie per la difesa legale. La tennista ha scelto di avvalersi di un avvocato negli Stati Uniti specializzato in casi di doping, e ha rivelato che le sue possibilità economiche le hanno consentito di affrontare i costi senza troppe difficoltà. “Ho dovuto spendere circa 70.000 dollari per l’avvocato e circa 15.000 euro per test medici e pareri di esperti”, ha specificato.
Mentre affrontava questa crisi, ha dovuto anche fare i conti con la revoca del premio monetario vinto nel torneo di Cincinnati. “Ma in quel momento non mi importava assolutamente,” ha confessato Swiatek, “la mia priorità era dimostrare la mia innocenza”. La tennista ha voluto fornire ai suoi fan un’idea chiara delle difficoltà economiche che essa e molti altri atleti si trovano a dover affrontare in circostanze simili, sottolineando l’importanza di avere risorse a disposizione per difendersi adeguatamente nel mondo competitivo del tennis.