Il Belgio di Domenico Tedesco si esprime: analisi del pareggio contro l’Italia in Nations League

Lo sport spesso mette in risalto le dinamiche mentali e tattiche che determinano le prestazioni delle squadre. Domenico Tedesco, commissario tecnico del Belgio, ha analizzato la prestazione della sua squadra dopo il pareggio contro l’Italia in Nations League. Le sue dichiarazioni in conferenza stampa offrono un’analisi dettagliata del match e delle scelte strategiche effettuate durante il gioco.

La partita e l’approccio iniziale del Belgio

L’incontro contro l’Italia ha messo in evidenza un avvio difficile per il Belgio. Tedesco ha riconosciuto come il primo gol subito, avvenuto nei primi minuti, abbia impattato negativamente sull’atteggiamento mentale dei suoi giocatori. La rete degli azzurri ha infatti alimentato la loro fiducia, aggravando la difficoltà del Belgio nel trovare il ritmo giusto per la gara.

In particolare, il Belgio ha faticato ad entrare in partita e a imporre il proprio gioco, risultando spesso dominato in fase difensiva. Questo ha portato a uno sviluppo tattico a volte confuso, dove il piano di gioco non è stato seguito come previsto. Secondo Tedesco, la pressione sui portatori di palla, in particolare su Ricci e Bastoni, avrebbe dovuto essere più incisiva per limitare le azioni italiane, permettendo alla squadra di controllare meglio il possesso.

La scelta di schierare un atteggiamento difensivo alla ricerca di una maggiore solidità ha portato a un surplus di centrocampisti nel centrocampo italiano, in un sistema di gioco che prevedeva tre centrali in fase di transizione offensiva. Ciò ha inficiato la possibilità del Belgio di imporsi nel gioco. Tedesco ha sottolineato come il team avversario fosse organizzato e preparato, vendendo ogni tentativo belga di avanzare sulla fascia, costringendo i giocatori a rivedere le loro posizioni.

Le scelte tattiche e i cambiamenti in corsa

Una delle scelte tattiche più discusse è stata l’adattamento di Doku, inizialmente schierato per sfruttare le sue capacità in fase offensiva. Tedesco ha indicato la necessità di ottimizzare il posizionamento del giocatore, che poteva agire indistintamente sulle due fasce. Tuttavia, in questa partita specifica, l’intenzione era quella di posizionarlo sulla destra per limitare il raddoppio di marcature, specialmente contro Dimarco.

Inoltre, il tecnico ha messo in evidenza la necessità di cambiare il piano di gioco una volta rientrati in partita. Rimanere concentrati e agire nei momenti critici avrebbe potuto esaltare le qualità del Belgio, eppure la squadra non è riuscita a mantenere coesa la propria struttura difensiva. Tedesco ha evidenziato che la modifica delle posizioni di Leo Trossard e dell’altra ala, per mantenere un’equilibrata distribuzione del gioco, erano tentativi volti a rimediare alle difficoltà iniziali.

Il Belgio è apparso soffrire maggiormente in fase difensiva, dove la compattezza della squadra è risultata indebolita da un inizio di gara sottotono. Le scelte fatte in campo, insieme alla risposta della squadra all’aderenza tattica, hanno influito non poco sull’esito finale della partita, rendendo urgente una riflessione sulle dinamiche di gioco da adottare in future circostanze.

L’assenza di giocatori chiave e il suo impatto

Un altro punto cruciale sollevato da Tedesco è stato l’impatto dell’assenza di atleti di spicco come Lukaku, De Bruyne e Onana, i quali avrebbero senz’altro apportato un contributo significativo in un contesto tanto competitivo quanto impegnativo. Tedesco ha affermato che tali giocatori avrebbero significativamente migliorato le opzioni a disposizione, sia in termini di leadership che di capacità di chiudere spazi.

Il belga Lukaku, noto per la sua capacità di finalizzazione e presenza in area, sarebbe stato di grande aiuto nel far sentire la propria presenza contro una difesa composta e intensa come quella italiana. La carenza di giocatori esperti ha lasciato il Belgio privo di alternative in questa fase delicata del gioco. Il commento di Tedesco evidenzia che il recupero di tali atleti non è solo fondamentale per la qualità del gioco, ma anche per il morale e la tranquillità della squadra, specialmente in eventi sportivi di alto livello.

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Redazione