Il blue monday: quando il gelo di gennaio porta tristezza e richieste di aiuto psicologico

Ogni anno, in gennaio, torna l’attenzione su un fenomeno che ha suscitato interesse e discussioni: il blue monday. Questa giornata, che cade il terzo lunedì del mese, è considerata il giorno più triste dell’anno. Il freddo, la fine delle festività e il ritorno alla routine quotidiana contribuiscono a una sensazione di malinconia che molti sperimentano. Nel 2025, il blue monday si manifesta il 20 gennaio, portando con sé non solo un senso di tristezza collettiva ma anche un aumento della domanda di supporto psicologico.

L’origine del blue monday

Il concetto di blue monday è stato introdotto nel 2005 dal dottor Cliff Arnall, uno psicologo gallese che lavorava all’Università di Cardiff. Arnall ha sviluppato una formula che, combinando vari fattori come il clima, la fine delle festività natalizie, il debito accumulato durante le vacanze e la motivazione personale, avrebbe confermato il terzo lunedì di gennaio come la giornata più deprimente dell’anno. Negli anni, questa affermazione ha sollevato dibattiti e scetticismi, ma l’idea di una giornata dedicata alla tristezza è diventata parte della cultura popolare.

Nonostante le controverse origini, il blue monday colpisce una corda profonda in molte persone. A gennaio, con l’atmosfera festiva ormai svanita e le routine che riprendono, cresce il senso di impotenza. Questo quadro è accentuato dalla mancanza di festività nel breve periodo e dalla consapevolezza che le vacanze estive sembrano lontanissime. È un tempo di introspezione, di valutazione e, in molti casi, di difficoltà. Molti, quindi, trovano il bisogno di un supporto esterno per affrontare le sfide emotive che emergono con la ripresa della quotidianità.

La crescita della domanda di supporto psicologico

Analizzando le richieste per servizi di consulenza psicologica, emerge un fatto significativo: la settimana del blue monday segna un picco nella domanda di psicologi. Secondo uno studio condotto da ProntoPro, il marketplace per i servizi professionali, nei giorni che precedono e seguono il blue monday si registrano aumenti di oltre il 10% rispetto ad altre settimane del mese. Questo trend è particolarmente evidente nel gennaio 2023, quando il 28% delle richieste di aiuto si sono concentrate in concomitanza con il giorno più triste dell’anno, un aumento rispetto al 17% della prima settimana.

Questa tendenza si riscontra non solo nel 2023, ma anche negli anni precedenti, con percentuali elevate di richieste durante il mese di gennaio. L’analisi dei dati suggerisce che per molte persone, il rientro alla vita normale dopo le festività porta a una ricerca di supporto psicologico più intensa. L’incremento delle richieste di aiuto dimostra un crescente riconoscimento dell’importanza della salute mentale e della volontà di affrontare i propri problemi emotivi.

La Gen Z emerge come una generazione chiave in questo contesto, poiché il 44% delle richieste di supporto proviene da giovani tra i 19 e i 25 anni. È evidente che i giovani stanno rompendo il tabù attorno alla salute mentale e affrontano i loro malesseri in maniera più diretta rispetto alle generazioni precedenti. Questo cambiamento culturale è cruciale, poiché il benessere mentale è riconosciuto come un aspetto fondamentale della qualità della vita.

Il punto di vista degli esperti sulla depressione stagionale

David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, ha sottolineato l’aumento delle richieste di aiuto in questo periodo dell’anno, definendolo un fenomeno di “depressione stagionale”. Secondo Lazzari, la consapevolezza di sentirsi giù è un primo passo importante. Comprendere e accettare il malessere permette alle persone di affrontare la situazione con una maggiore lucidità.

Lazzari evidenzia che non dobbiamo considerare noi stessi come macchine in grado di funzionare senza interruzione. Essere consapevoli delle emozioni che proviamo è fondamentale per superarli. Per contrastare la tristezza, esistono diverse strategie: per alcuni, spendere del tempo con amici o fare sport può aiutare, mentre altri trovano conforto nel vedere un film o andare a teatro. Ognuno deve valutare qual è il proprio modo per affrontare queste emozioni e, in caso di difficoltà, non esitare a consultare un professionista.

Questa discussione mette in luce un aspetto cruciale: il benessere mentale non è solo una questione individuale, ma un tema sociale che merita attenzione e comprensione. Rivolgersi a un esperto può aprire porte a nuove strategie e a una migliore gestione delle emozioni, trasformando un periodo di difficoltà in un’opportunità di crescita personale.

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Filippo Grimaldi