Il bradisismo nei Campi Flegrei: nuove ricerche suggeriscono soluzioni tramite trivellazioni

La recente ricerca pubblicata sulla rivista American Mineralogist affronta il tema del bradisismo nei Campi Flegrei, proponendo strategie innovative per controllare e ridurre l’attività sismica. Coordinata da un team di esperti internazionali, lo studio esplora l’idea che, attraverso opportuni interventi di trivellazione, sia possibile stabilizzare la regione e prevenire futuri terremoti.

L’attuale crisi bradisismica: cause e meccanismi

La risalita dei fluidi nel sottosuolo

Secondo gli autori dello studio, la crisi bradisismica nei Campi Flegrei è principalmente dovuta alla risalita di fluidi, piuttosto che a movimenti magmatici, che avvengono a una profondità di circa 3 chilometri. Durante questo processo, il magma, cristallizzandosi nella sua parte superficiale riconosciuta come carapace, espelle fluidi verso la superficie. Questi fluidi, sebbene stiano causando elevate pressioni, non indicano necessariamente una risalita magmatica attiva. La ricerca suggerisce che le trivellazioni potrebbero fungere da valvole di sfogo per alleviare questa pressione, riducendo il rischio di terremoti.

Le riserve di magma e il loro comportamento

Un altro aspetto cruciale da considerare è la posizione e l’attività del magma. Secondo i dati raccolti, il magma presente nei Campi Flegrei è stazionario, situato a profonde quote di 5-7 chilometri, e non si prevede una sua risalita imminente. Gli studiosi confermano che il magma che risale solitamente porta a un’eruzione, e la storia dei Campi Flegrei, che non ha registrato significativi eventi eruttivi in oltre 4.000 anni, supporta questa tesi. Inoltre, le indagini precedenti condotte su vari sondaggi dimostrano che il processo di raffreddamento del magma porta alla liberazione di fluidi, che a loro volta accrescono la pressione nel sottosuolo.

La proposta di trivellazione: un approccio innovativo

Interventi mirati per la stabilizzazione del suolo

Il team di ricercatori, tra cui spicca il professor De Vivo, ha calcolato che dovrebbero essere realizzati almeno dieci sondaggi a una profondità di circa 3 chilometri. Questi potrebbero essere effettuati sia sulla terraferma che in mare, ma con particolare attenzione a evitare aree densamente popolate per minimizzare i rischi. Secondo i dati raccolti, creare questi “buchi” permetterebbe ai fluidi di liberarsi in modo controllato, facilitando un abbassamento della pressione e limitando il sollevamento del suolo. Questi sondaggi non avrebbero finalità energetiche, bensì mirerebbero esclusivamente a mantenere il fenomeno del bradisismo sotto controllo.

Tecnologie contemporanee e approccio precauzionale

Le tecnologie odierne rendono possibile eseguire queste trivellazioni in sicurezza, superando le preoccupazioni che avevano portato a resistenze in passato. Il professor De Vivo sottolinea che la questione è ora di applicare tecnologie moderne, che garantiscono la sicurezza e l’efficacia degli interventi. La scelta dei luoghi per le trivellazioni dovrà considerare sempre il principio di precauzione, escludendo aree sensibili per la popolazione.

Il dibattito scientifico: opinioni contrapposte

I rischi delle trivellazioni secondo alcuni studiosi

Nonostante le promesse di successo, non tutti gli esperti concordano sulla validità delle trivellazioni come soluzione al bradisismo. Alcuni studiosi esprimono preoccupazioni riguardo ai possibili squilibri che potrebbero derivare dall’intervento umano nel sottosuolo, sostenendo che la forzatura di sistemi naturali possa innescare reazioni imprevedibili, inclusi ulteriori movimenti sismici.

Spiegazioni controverse e dati scientifici

Alcuni scettici pongono in discussione i dati presentati dai ricercatori, chiedendo ulteriori prove riguardo alla stabilità del magma e alla sua reale posizione nel sottosuolo. La ricerca continua a concentrarsi su dati storici e studi precedenti, sottolineando che senza prove concrete di risalita magmatica, l’idea di un imminente e pericoloso cambiamento nel comportamento sismico rimane infondata.

Sviluppi futuri: il coinvolgimento delle autorità

La speranza degli autori della ricerca è che il governo e le autorità competenti, in particolare la Protezione Civile, prestino attenzione alle loro scoperte. L’intenzione è di convertire queste scoperte teoriche in azioni concrete, avviando ricerche e valutazioni più approfondite su come gestire il fenomeno del bradisismo. La volontà dei ricercatori è chiara: offrire il proprio supporto tecnico e scientifico alle istituzioni, affinché i dati e le proposte vengano analizzati con serietà e competenza.

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Redazione