Il mondo del calcio si trova in un momento delicato, con diversi atleti di alto livello già costretti a fermarsi a causa di gravi infortuni. Solo un mese dopo l’inizio dei campionati nazionali, i nomi illustri di calciatori come Zapata , Bremer , Rodri e Carvajal si sono uniti a una lista preoccupante di infortunati. Anche il portiere del Barcellona, Ter Stegen, e giocatori come Florenzi e Scamacca hanno subito infortuni significativi. Questa situazione ha sollevato interrogativi sul fitto calendario delle competizioni e sulle reali cause dietro la frequenza di tali lesionI.
L’aumento degli infortuni e le loro cause
Alberto Momoli, chirurgo e presidente della Società Italiana Ortopedia e Traumatologia , analizza i motivi alla base degli infortuni nel mondo del calcio. Secondo Momoli, le responsabilità non possono essere attribuite solo alla frequenza delle partite. Infatti, ogni anno in Italia sono più di 80.000 i ricoveri per lesioni del legamento crociato del ginocchio, per lo più tra uomini. La situazione riscontrata negli atleti professionisti è complessa. Nonostante l’allenamento continuo e l’alta preparazione fisica, i calciatori affrontano un mix di velocità e potenza mai visto prima. Questo nuovo stile di gioco sollecita intensamente le articolazioni, in particolare il ginocchio, durante le manovre come le accelerazioni e le brusche inversioni di marcia.
Momoli sottolinea che le lesioni del crociato non sono un fenomeno isolato, ma l’effetto di una serie di fattori che includono la tecnica di gioco e la biomeccanica del corpo. Mentre il ginocchio è sollecitato durante le cadute e le manovre di gioco, l’eccezionale sviluppo muscolare dei calciatori provoca tensioni elevate. Componenti stabilizzatori come il crociato, il menisco e il collaterale sono soggetti a stress intenso, aumentando il rischio di infortunio. Questa nuova generazione di calciatori, abituata a ritmi elevati, ha bisogno di una preparazione specialistica per evitare lesioni, ma anche di cure tempestive quando queste si verificano.
La riabilitazione dopo un infortunio al crociato
Il recupero da un infortunio al legamento crociato è un processo lungo e complesso. Secondo Momoli, il tempo medio di recupero per un calciatore professionista è di circa 6-7 mesi. Questo periodo è determinato non solo dalla necessità biologica del corpo di guarire dopo l’intervento chirurgico, ma anche dalla fase critica di riabilitazione. La fisioterapia gioca un ruolo fondamentale nel garantire che l’atleta ritorni in campo nella migliore forma possibile. Un approccio riabilitativo ben strutturato è essenziale per il recupero delle capacità motorie e per prevenire futuri infortuni.
Durante il periodo di recupero, è cruciale che l’atleta segua attentamente il protocollo di riabilitazione stabilito dal proprio medico e dai fisioterapisti. Questo processo può variare a seconda della gravità dell’infortunio e della risposta individuale alla terapia. La riabilitazione non è solo fisica, ma comporta anche un aspetto psicologico significativo. I calciatori devono affrontare la paura di un nuovo infortunio e il desiderio di tornare a competere ad alti livelli. Momoli evidenzia che una preparazione mentale corretta è tanto importante quanto quella fisica.
In definitiva, gli infortuni stagionali rappresentano una sfida persistente per il calcio professionistico. Le misure preventive, una migliore gestione delle gare e l’importante lavoro di squadra tra medici e allenatori possono contribuire a ridurre l’incidenza di infortuni e a garantire che i calciatori possano esprimere al meglio il loro talento in campo.