L’attenzione si concentra sulle indagini che hanno scosso il mondo del calcio italiano, con l’intervento delle forze dell’ordine che ha portato a significativi sviluppi. Nei prossimi giorni, Davide Calabria, capitano del Milan, sarà ascoltato come testimone nell’ambito di un’inchiesta che ha già portato a 19 arresti tra le frange più estreme del tifo di San Siro. Questo riassetto del panorama ultras ha avuto inizio il 30 settembre e ha visto coinvolti i vertici della curva Nord interista e della curva Sud milanista.
Il contesto delle indagini sugli ultrà
Le indagini coordinate dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra hanno rivelato un’intricata rete di relazioni tra i gruppi ultras e alcuni personaggi di spicco del calcio. Secondo i documenti raccolti dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, la situazione ha radici che risalgono a eventi di febbraio 2023, quando Davide Calabria avrebbe incontrato Luca Lucci, leader degli ultras rossoneri, in un bar a Cologno Monzese. Lucci, attualmente in carcere, è ritenuto una figura chiave nelle dinamiche ultras milaniste e il suo incontro con Calabria ha attirato l’attenzione degli inquirenti, che stanno cercando di capire i legami tra i calciatori e i gruppi di tifosi.
Le indagini non si limitano solamente agli arresti, ma estendono l’analisi anche a fattori culturali e sociali che caratterizzano il tifo organizzato, un fenomeno complesso che trascende la semplice passione calcistica. Le accuse variano da violenza e intimidazione a reati di associazione, con particolare attenzione ai legami tra le curve e ambienti di criminalità organizzata. Questa situazione ha destato allerta non solo nel contesto sportivo, ma anche in una più ampia sfera sociale in cui il calcio gioca un ruolo estremamente significativo.
Gli sviluppi dopo le audizioni di Simone Inzaghi e Javier Zanetti
Il filone delle indagini è stato ulteriormente arricchito dalle audizioni recenti di personaggi noti nel mondo del calcio, come Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter, e Javier Zanetti, vicepresidente del club nerazzurro. Zanetti ha descritto i suoi incontri con i capi ultrà come normali e privi di pressioni, smontando le ipotesi di intimidazioni. Nel contraddittorio di domande e risposte, ha evidenziato che la questione dei 1500 biglietti per la finale di Champions League del 2023 era stata discussa con la dirigenza, sottolineando di non avere compiti esecutivi diretti nel consiglio del club.
Zanetti ha anche fatto riferimento a Antonio Bellocco, membro del direttivo della curva Nord e noto per la sua appartenenza a un aggregato di ‘ndrangheta, ucciso recentemente. Questo riferimento ha aggiunto un ulteriore strato di complessità alla questione, rivelando la gravità delle relazioni tra gli ultras e il crimine organizzato. Le dichiarazioni di Zanetti saranno ora scrutinati dalle autorità, che tenteranno di tessere un quadro più chiaro delle interrelazioni tra i diversi attori coinvolti nel tifo organizzato e le istituzioni sportive.
La posizione di Fedez e il collegamento con l’inchiesta
In un intreccio di eventi, emerge la figura del rapper Fedez, attualmente sotto indagine non per l’inchiesta sugli ultrà, ma per un caso connesso a una rissa avvenuta ad aprile con Cristiano Iovino. Fedez ha manifestato la volontà di essere interrogato dagli inquirenti, ma l’incontro è stato annullato per decisione dei pm, che hanno ritenuto che la sua testimonianza non fosse utile al momento.
Il rapper ha posseduto relazioni con alcuni membri della curva milanista, incluso Luca Lucci, il che ha attirato l’attenzione della stampa e degli investigatori, contribuendo a una cornice narrativa che abbraccia la cultura pop e il tifo calcistico. L’interesse dei media non si limita a Fedez; l’intera vicenda mette in luce le complesse dinamiche di interazione tra il mondo della musica, le celebrità e le frange più violente del tifo, ridisegnando il modo in cui si percepisce il tifo ultras all’interno del vasto panorama italiano. Le indagini continuano, mentre si attendono ulteriori sviluppi e chiarimenti sulla questione.