Un nuovo evento culturale sta catturando l’attenzione degli amanti dell’arte e della storia: un’affascinante esposizione che mette in risalto l’evoluzione dell’arte tessile attraverso i secoli, raccontando storie di tradizioni artigianali e scambi culturali tra Venezia e Napoli. L’esibizione, ricca di esemplari storici e documenti preziosi, porta il visitatore in un viaggio che esplora la bellezza e la complessità di tessuti che hanno segnato un’epoca. L’evento è ospitato in un suggestivo spazio espositivo, perfetto per mettere in risalto non solo l’arte, ma anche la storia e le connessioni tra queste due città italiane simbolo della cultura e della creatività.
Il cuore della mostra è la vasta collezione dell’Archivio Storico Rubelli, che custodisce oltre 50.000 manufatti tessili, tra cui campioni, teli, metri storici, passamanerie e altro ancora. Questa incredibile raccolta testimonia non solo la qualità e la raffinatezza dei tessuti prodotti a Venezia, ma anche il valore storico di un’attività che ha avuto inizio nel 1889. Gli oggetti esposti sono accompagnati da registri e atti contabili che mostrano l’operato dell’azienda nel corso degli anni, offrendo uno spaccato della vita economica e sociale di quel periodo.
I documenti esposti non si limitano a illustrare l’attività di Rubelli, ma si intrecciano con la storia di Napoli attraverso i 70 chilometri di archivi dell’Archivio di Stato, fondato nel 1808. Questo prezioso dialogo di documenti storici sottolinea la sinergia tra le due città, unite dall’artigianato tessile, in cui si riconoscono le tracce delle storiche seterie della casa borbonica. La mostra dà voce a Nicoló Favaretto Rubeli, erede di cinque generazioni, che sottolinea l’importanza della condivisione del patrimonio culturale con il pubblico, piuttosto che lasciarlo in un angolo oute dei musei.
Ad abbellire l’esposizione vi è il chiostro seicentesco del Platano, dove statue di Cicerone e Omero sono adornate con i pregiati tessuti Rubelli, creando un connubio perfetto tra arte classica e artigianato contemporaneo. La curatrice Donatella Dentice, con la sua esperienza nel restauro e nelle arti visive, ha concepito un allestimento che appare fresco e innovativo. Insieme alla storica e ricercatrice Candida Carrino, ha lavorato per valorizzare l’Archivio di Stato, dando vita a un dialogo affascinante tra Napoli e Venezia.
La collaborazione tra Rubelli e designer contemporanei ha portato a creazioni uniche pensate per un pubblico moderno. Tra i pezzi iconici, ad esempio, spicca la seduta/riempi/cuscini in velluto rosso, insieme a ballerine e pochette in tessuto di alta gamma, rappresentando la fusione tra il patrimonio tradizionale e il design contemporaneo.
Il percorso dell’esposizione è arricchito da carte e documenti del Consolato dell’Arte della Seta, un’agenzia che regolamentava la produzione e il commercio della seta nel Regno di Napoli. Attraverso atti e registri, si rivela un quadro di vivacità economica e culturale, dove le botteghe di tessitori e mercanti si prodigavano per soddisfare la domanda di una nobiltà sempre più dedita all’affermazione del proprio status attraverso tessuti sfarzosi e di alta qualità.
Tra i pezzi d’interesse, due testimonianze della storica seteria di San Lucio: un paramento sacro e una mantella rossa cardinalizia, entrambi esemplari della qualità artigianale tipica di quel tempo. Questi oggetti, appartenenti a una collezione privata, offrono un’ulteriore dimensione al racconto tessile napoletano, che trova radici profonde nel passato.
Gli interessati possono visitare la mostra fino al 23 febbraio 2025. Gli orari di apertura sono dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 19:00, mentre il sabato è possibile visitare l’esposizione dalle 9:00 alle 13:30. L’accesso è gratuito, una scelta che determina un’inclusione maggiore e facilita la fruizione di un patrimonio culturale che merita di essere condiviso e apprezzato da un vasto pubblico. Non perdere l’opportunità di immergerti nell’affascinante mondo dell’arte tessile e delle storie che si nascondono dietro ogni tessuto.