Secondo un’indagine dell’Istat, nel 2023 in *Italia solo il 45,9% degli adulti possiede competenze digitali adeguate. Questo dato pone l’Italia tra i Paesi con la quota più bassa di competenze digitali in Europa, con una distanza di quasi 10 punti percentuali dalla media Ue27. Tuttavia, rispetto al 2021, si registra un lieve aumento della quota di cittadini europei con competenze digitali.
Le competenze digitali in Italia sono fortemente legate alle caratteristiche socioculturali della popolazione. Ad esempio, il 59,1% dei giovani tra 16 e 24 anni possiede competenze digitali almeno di base, rispetto al solo 19,4% degli adulti tra 65 e 74 anni. Le disparità non riguardano solo l’età, ma anche il genere, con gli uomini che presentano un vantaggio nella maggior parte dei Paesi europei.
Un altro fattore discriminante è il grado di istruzione: in Italia, il 74,1% delle persone con titolo universitario ha competenze digitali almeno di base, riducendo il divario con la media Ue27 a -5,7 punti percentuali. Al contrario, tra le persone con istruzione bassa, come la licenza media, solo il 22,6% possiede queste competenze.
Nel panorama lavorativo, i settori più digitalizzati sono quelli dei servizi di informazione e comunicazione e delle attività finanziarie e assicurative, con circa l’80% di occupati con competenze digitali. Al contrario, gli ambiti dell’agricoltura e delle costruzioni presentano un ritardo notevole, con percentuali intorno al 30-40%.
Nonostante una crescita degli specialisti ICT in Italia, il tasso di crescita è inferiore rispetto all’Ue* nel suo complesso. Nel 2023 vi sono 970mila persone impiegate in occupazioni ICT, con l’obiettivo di raggiungere 1,7 milioni entro il 2030. Tuttavia, l’Italia scivola nella classifica europea per incidenza di specialisti ICT, nonostante un aumento percentuale dall’8% al 4,1%. Inoltre, si osserva una bassa presenza femminile all’interno di queste professioni, con donne che rappresentano solo il 15,7% del totale.*