Un’opera che esplora le tradizioni e le devozioni popolari ha trovato spazio di grande rilevanza e riconoscimento al Festival “Sacrae Scenae“, che si è tenuto ad Ardesio, in provincia di Bergamo. Il documentario “Tornerò tra cent’anni“, realizzato da Luigi Ferraiuolo, giornalista di Tv2000 e fondatore dell’importante rassegna “Un borgo di libri“, ha vinto il prestigioso Campanile d’Oro, simbolo di un evento che celebra la cinematografia legata alla cultura popolare. Ferraiuolo, noto per il suo impegno nella promozione della cultura attraverso il cinema e il giornalismo, ha proposto un racconto che si snoda tra fede e narrazioni storiche, rivelando la vita di un’icona religiosa apprezzata a livello globale.
La pellicola di Ferraiuolo si concentra sulla figura di Padre Pio da Pietrelcina, uno dei santi più venerati, e sulla sua relazione con la sua terra natale. Secondo la motivazione del premio, il documentario “ripercorre la vita di Padre Pio e il rapporto intimo con la sua terra, a partire dai giorni trascorsi a Pietrelcina, una ‘patria tanto amata’ da cui non poté mai far ritorno in vita”. La narrazione è arricchita da testimonianze di personalità note, tra cui Papa Francesco e familiari di Padre Pio, che contribuiscono a dipingere un quadro vivace ed emozionante.
La storia si snoda attorno al tema del ritorno di Padre Pio nel suo borgo natale, avvenuto esattamente cento anni dopo la sua partenza. Secondo una tradizione orale, Padre Pio aveva predetto ai confratelli che sarebbe tornato a Pietrelcina, e nel febbraio 2016, una profezia sembra essersi avverata. Il documentario si confronta con il profondo impatto emotivo che il santo ha avuto su generazioni di fedeli e sulla comunità locale. Attraverso immagini e narrazioni, Ferraiuolo riesce a trasmettere il senso di attesa e devozione che ha caratterizzato il rapporto della gente con Padre Pio, il quale, pur non potendo tornare per vincoli del suo ordine religioso, ha sempre mantenuto un legame forte con la sua terra.
Il festival “Sacrae Scenae” ha rappresentato un’importante vetrina per il documentario e per il suo autore. Il riconoscimento ricevuto è visto come un onore non solo per Ferraiuolo, ma anche per la comunità di Pietrelcina, che si è sentita rappresentata e valorizzata. Commentando la sua vittoria, Ferraiuolo ha espresso la sua sorpresa e gioia nel confrontarsi con opere provenienti da tutto il mondo: “Non mi attendevo la vittoria ed è stata una gioia immensa salire sul palco del cinema di Ardesio, tra film irlandesi, americani, giapponesi, portoghesi e tanti altri.”
Oltre al Campanile d’Oro, il festival ha previsto l’assegnazione di diverse menzioni speciali, come i Campanili d’Argento. Tra i film che hanno ricevuto questa distinzione ci sono “A s’Orgolesa” di Davide Melis, “The 21” del regista americano Raouf Zaki e “Balucu” di Martina Giannone. Un altro riconoscimento di rilievo è andato a “Uno di fronte all’altro” di Barbara Patarini, premiato dalla giuria, mentre il film “Guns & Rosaries” del regista irlandese Peter Kelly ha conquistato il premio della giuria popolare.
Il Campanile d’Oro e d’Argento, simboli dell’arte e della cultura locale, rappresentano il campanile del Santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio, punto di riferimento significativo per i culti e le devozioni locali, e sottolineano l’importanza della rassegna “Sacrae Scenae” nel panorama cinematografico internazionale.