Il dramma generazionale nel nuovo romanzo di Giulia Caminito: riflessioni su “Il male che non c’è”

Il romanzo «Il male che non c’è» di Giulia Caminito, edito da Bompiani, offre uno spaccato potente e inquietante dell’epoca contemporanea e del travagliato universo giovanile. Attraverso la figura di Loris, un trentenne laureato in lettere e stagista in una piccola casa editrice, la scrittrice esplora le complesse dinamiche della salute mentale, delle aspettative familiari e delle incertezze del futuro. Con uno stile narrativo incisivo e diretto, Caminito affronta la discesa nel labirinto dell’ipocondria e delle esperienze che ne conseguono, gettando luce su un tema di stretta attualità: la crisi d’identità e di valori nella generazione giovane.

Loris: un protagonista intrappolato nelle proprie ansie

Loris, il protagonista, è una rappresentazione autentica del disagio giovanile di oggi. Correlato da un forte senso di precarietà e da quella che Caminito definisce “catastrofe”, il suo viaggio esistenziale è segnato da un’irrefrenabile ansia per la salute. Questo demone, che si manifesta attraverso dolori fisici e sintomi costanti, guida Loris in un ciclo di ricerche disperate online, autodiagnosi e visite mediche, portandolo a vivere in una sorta di bolla di costante allerta. Ogni visita dal medico, che in altre circostanze sarebbe percepita come un atto di cura, diviene un attimo di tregua da una realtà opprimente, dove Loris si sente finalmente legittimato a sdraiarsi e a sperimentare un fugace senso di sollievo.

Ma il tormento non si arresta qui. Nel tentativo di comunicare con i propri cari, come Jo, la sua partner che inizia a non tollerare più il suo stato nevrotico, Loris si trova sempre più isolato. Un viaggio a Napoli, simbolico e suggestivo, segna un punto di non ritorno nella sua relazione; infatti, un mal di stomaco improvviso rappresenta non solo una crisi corporea, ma anche la frattura di una connessione emotiva e interpersonale.

Le dinamiche familiari e le aspettative

Le relazioni familiari di Loris offrono un’altra chiave di lettura cruciale per comprendere il suo stato mentale. La figura paterna, il cui sguardo su un “guscio trasparente d’insetto” esprime delusione e impotenza, si scontra con le aspettative di un genitore che aveva sognato un futuro brillante per il figlio. La pressione generazionale, manifestata attraverso le alleviatrici speranze del nonno Tempesta, crea in Loris un dolore “intimo e feroce”, evidenziando quanto le aspettative familiari possano diventare un fardello anziché una spinta positiva.

Sin dall’infanzia, il piccolo Loris aveva sorpreso i suoi familiari con la sua insaziabile voglia di leggere, un amore che si trasforma, nel corso degli anni, in nevrosi. Allora si presenta una domanda provocatoria: può l’eccesso di conoscenza o di cultura diventare patologico? Questo legame complicato con le parole e la comunicazione, la sua incapacità di esprimersi adeguatamente di fronte alla propria famiglia e agli estranei, accentua il suo malessere e la sua alienazione dal mondo esterno.

Riflessioni sul futuro e la ricerca di un legame con il passato

La narrazione di Caminito non si limita alla rappresentazione del dramma di Loris, ma offre anche un respiro di speranza. La figura del nonno Tempesta emerge come una sorta di punto di riferimento e di salvezza. La memoria di quest’uomo, intraprendente e affettuoso, rappresenta un’ancora cui Loris può aggrapparsi. I ricordi della sua infanzia trascorsa in una campagna selvaggia assumono un significato profondo, richiamando il protagonista a riflettere su ciò che è stato e su ciò che potrebbe tornare a essere. La percezione che la vita possa ripresentarsi anche attraverso esperienze semplici come la cura di un animale, diventa un messaggio di resilienza e di possibilità per Loris.

Caminito, con la sua scrittura fruttuosa e schietta, offre dunque un romanzo che, pur affrontando temi pesanti, non si chiude in una spirale di disperazione. Le intuizioni di un futuro migliore, sostenuto dai legami affettivi e dalle esperienze passate, si pongono come il passo necessario per un riscatto personale e di generazione. In «Il male che non c’è», il viaggio di Loris rappresenta non solo una lotta contro le proprie paure, ma anche un percorso di speranza in un panorama giovanile profondamente segnato dalle sfide contemporanee.

Published by
Valerio Bottini