Antonio Conte non ha nascosto la sua frustrazione in merito all’operato del VAR, specialmente dopo una controversa decisione durante una recente partita di campionato. L’allenatore ha espresso le sue preoccupazioni con toni accesi, sollevando interrogativi su cosa significhi realmente l’intervento del VAR e sul modo in cui viene applicato nei momenti cruciali delle partite. La questione del VAR continua a essere un tema caldo nel mondo del calcio, con allenatori e tifosi che lottano per una maggiore chiarezza e uniformità nelle decisioni arbitrali.
Antonio Conte ha iniziato il suo sfogo evidenziando la confusione e l’incoerenza legate all’uso del VAR, affermando: “Cosa significa il VAR non può intervenire sul rigore? A volte può, a volte no”. Secondo Conte, la discrezionalità dell’arbitro nel decidere quando il VAR debba intervenire crea situazioni problematiche, soprattutto in partite di alta posta in gioco. L’allenatore ha sottolineato come il VAR debba intervenire in caso di errore e non debba essere soggetto a interpretazioni che variano da una situazione all’altra.
Inoltre, Conte non ha risparmiato critiche al noto ex arbitro VAR, Marelli, sostenendo che le sue giustificazioni non chiariscono il problema. L’allenatore della sua squadra esige che il VAR operi in modo equo, intervenendo sia a favore che contro la sua squadra. Il suo appello è chiaro: se un errore è evidente, l’arbitro deve essere richiamato per rivedere la decisione. Giorgio Marelli, pur essendo una figura di riferimento nel mondo arbitrale, non ha saputo fornire risposte soddisfacenti che possano fugare i dubbi di Conte e del pubblico.
All’inizio della stagione, il VAR sembrava aver trovato un equilibrio, con decisioni più transitorie e chiare. Tuttavia, la situazione è cambiata, e molti allenatori, tra cui Conte, avvertono che il sistema non sta funzionando come dovrebbe. “Se c’è un errore, deve chiamare l’arbitro e lui deve andare al monitor e valutare”, ha affermato Conte, ribadendo l’importanza di un intervento tempestivo e appropriato. La presenza del VAR, secondo lui, dovrebbe ridurre le criticità per l’arbitro, evitando valutazioni erronee e, di conseguenza, critiche.
L’ex ct della Nazionale ha anche detto di non voler entrare in una sorta di dietrologia sui motivi per cui il VAR non funzioni in determinate circostanze. È chiaro che per Conte l’importanza di una comunicazione trasparente e una serie di regolamenti chiari e inalterabili per il VAR sono fondamentali per il corretto andamento delle gare di campionato. Questi problemi, se non affrontati, potrebbero portare a un ulteriore deterioramento della fiducia nelle decisioni arbitrali, che già è stata messa a dura prova in molte occasioni.
In un contesto altamente competitivo come quello del calcio professionistico, le aspettative su strumenti come il VAR sono alte. Gli allenatori, come Antonio Conte, si trovano a dover fronteggiare non solo l’impegno della propria squadra in campo, ma anche le potenziali ingiustizie derivanti da decisioni arbitrali contestate. Conte ha dichiarato sapientemente che, come allenatore, non dovrebbe essere suo compito spiegare il funzionamento del VAR. Invece, i funzionari del calcio e le autorità sportive dovrebbero garantire una formazione adeguata e una comprensione chiara delle norme operative del VAR a tutti i livelli.
Sotto questo aspetto, la questione del VAR necessita di un dialogo aperto tra allenatori, arbitri e organi di governo del calcio. È essenziale che le informazioni sui protocolli vengano comunicate in modo efficace per evitare malintesi e controversie. Sfortunatamente, la situazione attuale fa emergere la sensazione che ci sia un divario tra le aspettative e la realtà dell’applicazione del VAR. La richiesta di Conte, quindi, non è solo un appello personale, ma rappresenta anche il bisogno di un cambiamento sistemico, affinché il VAR non sia percepito come un’aggiunta confusa ma come uno strumento utile ed efficace per garantire la giustizia sportiva nel calcio.