Nell’introduzione, Michel Platini esprime chiaramente le sue convinzioni sul destino del calcio e sulla nascita della Superlega. L’ex presidente Uefa afferma che il calcio subirà una vera e propria rivoluzione a seguito della sentenza della Corte europea che ha eliminato il monopolio delle competizioni da parte di Fifa e Uefa. Platini sostiene che la Superlega diventerà una realtà inevitabile, ricevendo contatti da molti che condividono la sua visione critica nei confronti delle attuali federazioni calcistiche.
Secondo Platini, il futuro del calcio si prospetta radicalmente diverso rispetto al passato, caratterizzato da una maggiore intrusione del business e una minore enfasi sul romanticismo e il fascino tradizionale del gioco. L’ex Roi prevede che la Superlega prenda il sopravvento, prospettando la possibile scomparsa di Fifa e Uefa come entità gestionali dei club, limitandosi a occuparsi delle associazioni nazionali. Platini sottolinea che il calcio è diventato un business dove giocatori e club sono considerati come entità aziendali e marchi commerciali.
Archivati i problemi legali e immerso in un ambiente di amare riflessioni sul futuro del calcio, Michel Platini ha deciso di prendere le distanze dal mondo dirigenziale del calcio per dedicarsi alla realizzazione di un museo che trattasse di immigrazione e sport. Platini racconta di come ami immergersi nell’anonimato viaggiando in auto con sua moglie in Italia, ricordando le sue radici e l’importanza delle sue origini italiane. Il museo ideato dall’ex presidente Uefa si focalizzerà sull’importante tema dell’immigrazione e sul legame con lo sport, ponendo l’accento sulla diversità e sull’integrazione attraverso il calcio.