La dodicesima edizione del Premio Internazionale Ischia di Architettura , ospitata a Forio, ha offerto una piattaforma per discutere il futuro delle città europee. Con la partecipazione di architetti di fama mondiale e di un pubblico appassionato, il dibattito si è concentrato su tematiche cruciali come sostenibilità, resilienza ai cambiamenti climatici e la necessità di ripensare le relazioni sociali nelle aree urbane.
Le città del futuro e il loro impatto sociale
Al centro dei lavori del Pida si è affermata l’idea di città policentriche, capaci di resistere agli effetti del cambiamento climatico. Questo nuovo modello urbano non solo deve favorire le interazioni sociali, ma deve anche essere in grado di contrastare le problematiche legate all’overtourism, un fenomeno che impatta spesso negativamente su intere aree metropolitane. Secondo Benedetta Tagliabue, architetto di fama internazionale e fondatrice dello studio EMBT, è fondamentale progettare spazi in cui le persone possano relazionarsi e vivere in modo sereno. Per far ciò, è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga sociologi, ingegneri e climatologi.
Secondo Tagliabue, ogni quartiere dovrebbe essere concepito come una micro-città, in grado di offrire a chi ci vive comfort e riconoscibilità. Le sue dichiarazioni fanno eco a un’importante sfida del XXI secolo: come progettare aree urbane che siano belle, funzionali e sostenibili, mantenendo una forte connessione con la comunità.
In questo contesto, i progetti già realizzati dall’archistar, come il Parlamento scozzese e il Mercato di Santa Caterina, sono esempi emblematici di questa filosofia progettuale. Tagliabue sottolinea come queste opere non siano solo edifici, ma veri e propri centri di aggregazione sociale e culturale.
Il progetto della stazione della metropolitana di Napoli
Un argomento di grande rilevanza discusso durante il Pida è il progetto della nuova stazione della metropolitana di Napoli, situata nel Centro direzionale. L’inaugurazione è prevista per la prossima primavera e rappresenta un importante passo avanti per le infrastrutture pubbliche della città. Benedetta Tagliabue ha spiegato che il progetto è frutto di un lungo percorso di oltre vent’anni, evidenziando la necessità di pazienza quando si affrontano tali iniziative.
Questa nuova stazione non sarà soltanto un hub di trasporto, ma un luogo riconoscibile dove le persone possano sentirsi a loro agio, contribuendo a un cambiamento positivo all’interno di un’area complessa e spesso percepita come distante dal resto della città. La progettazione della stazione tiene conto del contesto urbanistico di Napoli, che sta evolvendo e cercando di affermarsi come una città non solo legata alla sua storia, ma anche proiettata verso il futuro. Tagliabue ha espresso una particolare affezione per Napoli, sottolineando come la città stia finalmente comprendendo il suo potenziale contemporaneo e quello futuro.
Un’analisi critica delle metropoli contemporanee
Oltre alle riflessioni di Tagliabue, il Pida ha ospitato interventi di altri esperti del settore urbano. Maurizio Carta, professore di Urbanistica presso l’Università degli Studi di Palermo, ha messo in evidenza l’importanza per le metropoli di riappropriarsi della propria storia senza cadere nell’errore di emulare il passato.
Carta ha sollevato una questione chiave: la gestione del turismo. Utilizzando la metafora del turismo come un farmaco, ha chiarito che la sua efficacia dipende da come viene somministrato. Una politica urbana ben strutturata è essenziale per indirizzare i flussi turistici in modo sostenibile e per assicurare che le città rimangano vivibili sia per i residenti che per i visitatori.
Massimo Crusi, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha ribadito l’importanza delle relazioni tra le persone che abitano, lavorano e visitano le città. La convivialità delle aree urbane è un obiettivo primario e il raggiungimento di un equilibrio tra le diverse esigenze sia dei residenti che dei turisti è cruciale per garantire un futuro sostenibile alle nostre metropoli.