Con l’avvicinarsi della data del voto in Consiglio regionale, il clima politico intorno alla proposta di legge firmata da Giuseppe Sommese si fa sempre più teso. La questione principale riguarda la rielezione del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e le implicazioni legali che questa normativa potrebbe comportare. Mentre il governatore ha cercato rassicurazioni da esperti giuridici, le interpretazioni e le posizioni sono tutt’altro che unanimi.
A pochi giorni dal voto del 5 novembre, crescono le incertezze legislative riguardo alla proposta di legge su “Disposizioni in materia di ineleggibilità alla carica di Presidente della Giunta regionale”. Vincenzo De Luca ha fatto intendere di avere consultato figure giuridiche di spicco, tra cui Paolo Maddalena, ex vicepresidente della Corte costituzionale, e Marco Galdi. Tuttavia, Maddalena ha chiarito che non ha fornito alcun parere formale, ma si è limitato a una conversazione informale in cui ha suggerito di redigere una legge in linea con la normativa nazionale.
La confusione aumenta, poiché la Regione Campania aveva già approvato nel 2009 la legge n. 4 riguardante l’ineleggibilità. Questo implica che la proposta di Sommese potrebbe non solo risultare superflua, ma anche in contrasto con le disposizioni già vigenti. Infatti, la legge del 2004, alla quale Sommese tenta di conformarsi, stabilisce procedure chiare riguardanti il rispetto delle normative locali e nazionali in materia elettorale.
Galdi ha avvertito che, se approvata, la nuova legislazione darebbe facoltà al governo di contestare la legge dinanzi alla Corte Costituzionale. In questo contesto, il governatore potrebbe trovarsi a fronteggiare una situazione giuridica complessa, con potenziali conseguenze sulla sua candidatura.
Le reazioni alla proposta di legge non si sono fatte attendere. Politici e analisti qualificati hanno espresso scetticismo riguardo alla possibilità di un terzo mandato per De Luca. Salvatore Ronghi, ex consigliere regionale e presidente di “Sud Protagonista“, ha descritto la proposta legislativa come «una bufala giuridica». Affermazioni simili sono state condivise anche dalla consigliera regionale Maria Muscarà, che ha messo in discussione la legittimità della modifica legislativa.
La critica principale? La proposta vorrebbe avviare un conteggio di mandati fresco e pulito dagli attuali, in una chiara contraddizione con il principio di non rielegibilità già stabilito dalla legislazione vigente. Secondo questi esperti politici, il rischio è che De Luca si trovi nella paradossale situazione di poter candidarsi per un terzo mandato, malgrado la normativa che tale opportunità dovrebbe limitare.
Con il voto in Consiglio regionale che si avvicina, il destino politico di Vincenzo De Luca è appeso a un filo. L’esito della votazione porterà a una revisione strategica delle sue ambizioni politiche. La proposta di legge, se approvata, potrebbe non solo rischiare di essere impugnata, ma anche svelare divisioni più ampie all’interno dell’assemblea legislativa.
Mentre i sostenitori di De Luca continuano a spingere per la legge, altri membri dell’assemblea sono preoccupati per la legalità e per le possibili conseguenze di un voto che potrebbe essere interpretato come un tentativo di aggirare le normative esistenti. I prossimi giorni saranno cruciali, e la decisione del Consiglio regionale segnerà una tappa determinante non solo per la carriera politica di De Luca, ma anche per l’intero panorama politico della Campania, dove legalità e opportunità di rielezione si intrecciano in un gioco politico sempre più complesso.