Il generale Enrico Scandone lascia Napoli per guidare la legione carabinieri Emilia Romagna

Il generale Enrico Scandone, noto per il suo impegno e dedizione nel contrasto alla criminalità a Napoli, si prepara a una nuova sfida come comandante della legione carabinieri Emilia Romagna. Durante il suo mandato da comandante provinciale, Scandone ha tracciato un bilancio positivo, evidenziando i successi ottenuti nella lotta contro lo spaccio di droga e la sicurezza pubblica. La sua figura è diventata simbolo di un operato intenso in una città piena di contrasti e sfide.

Un amore profondo per Napoli e il suo popolo

Il generale Scandone ha espresso un grande affetto per Napoli, città in cui ha trascorso tre anni significativi. Nato a Torino ma con radici napoletane, ha sottolineato come la sua esperienza in città fosse colorata da momenti di malinconia e allegria. Scandone ha menzionato il suo legame personale con la città, richiamando l’attenzione sulla piscina Scandone, intitolata a un suo parente, un giornalista morto tragicamente in Egitto durante il secondo conflitto mondiale. La sua passione per Napoli è ben visibile nelle sue dichiarazioni, nelle quali esprime la frustrazione per coloro che parlano negativamente della città. Con una visione fraterna della propria missione, il generale ha confermato che la lotta alla criminalità richiede un impegno collettivo e non può essere affrontata isolatamente.

Scandone ha indirizzato il suo apprezzamento anche ai 3600 carabinieri sotto il suo comando, descrivendo il gruppo come un’entità coesa e intenzionata a fare la differenza. “I problemi di questa città”, ha affermato, “non si possono affrontare da soli. È necessario fare squadra”, mettendo in evidenza l’importanza della collaborazione con altre istituzioni e forze dell’ordine.

Interventi mirati e risultati tangibili

Un passo significativo durante il suo mandato è stata l’istituzione della compagnia di carabinieri di Caivano. Scandone ha riaffermato la grande soddisfazione per questo momento cruciale, notando che ha cambiato l’approccio dei cittadini nei confronti dell’Arma. “Il controllo sul territorio è stato attivo 24 ore su 24”, ha sottolineato, e oggi i risultati sono evidenti: le piazze di spaccio che un tempo affliggevano la cittadina sono state praticamente azzerate.

La trasformazione di Caivano rappresenta un emblematico esempio di come la presenza costante e l’impegno operativo possano modificare profondamente una realtà. Scandone ha aggiunto che, sebbene le piazze di spaccio potrebbero essersi semplicemente spostate, la situazione attuale è drasticamente migliorata. Ha avvertito che il dialogo con i cittadini è stato fondamentale e ha dimostrato come la polizia debba essere un interlocutore vicino alle comunità. La manualità nella gestione dei problemi è un elemento chiave del suo approccio, un ricordo indelebile del suo operato.

Successi e sfide della sicurezza giovanile

Il generale ha toccato anche temi delicati e attuali come la violenza giovanile e il diffuso uso di armi. Dati i recenti eventi e le tendenze attuali, Scandone ha riconosciuto che Napoli presenta un livello di sicurezza che, controintuitivamente, può superare quello di città come Milano o Roma. Tuttavia, la percezione della sicurezza può risultare alterata dai media e da fattori culturali. La cultura popolare, in particolare, ha un’influenza notevole sul comportamento giovanile e sui loro valori.

Scandone ha portato alla luce come l’immaginario collettivo, alimentato da opere come “Gomorra”, possa influenzare negativamente i giovani, portandoli a emulare comportamenti non sicuri, sia nel linguaggio che nel modo di affrontare le relazioni. La sua strategia di intervento ha compreso visite nelle scuole, dove ha tentato di dialogare direttamente con i ragazzi, manovra che, secondo lui, potrebbe contribuire a un cambiamento anche minimo ma significativo, fondamentale per costruire un futuro migliore.

Durante il suo comando, Scandone ha sequestrato quintali di stupefacenti e recuperato numerose armi, chiarendo quanto sia cruciale prevenire l’uso di armi negli ambienti giovanili, dove viene spesso giustificato come un fatto di sicurezza. “È meglio rimuovere un’arma dalle mani di un giovane piuttosto che arrestare un grande traffico di droga”, ha affermato, ribadendo la complessità della situazione.

Il trasferimento di Scandone alla legione carabinieri Emilia Romagna segna un nuovo capitolo nella sua carriera, ma il lascito della sua opera a Napoli rimane tangibile e significativo per la comunità e le istituzioni locali.

Published by
Filippo Grimaldi