Gaetano Pesce, celebre designer e artista, ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale contemporaneo, nonostante le recenti polemiche legate alla sua opera più provocatoria: il Pulcinella “fallico”, diventato oggetto di discussione intensa sui social media. I suoi figli, Milena e Jacopo Pesce, riflettono sull’amore del padre per Napoli e sull’impatto che le sue creazioni hanno avuto, rivelando dettagli inediti della sua vita e del suo legame con la città partenopea.
Gaetano Pesce ha sempre avuto un legame speciale con Napoli, una città che ha influenzato profondamente il suo lavoro e la sua vita. Milena e Jacopo Pesce ricordano vividamente le passeggiate lungo il lungomare di Napoli, dove il padre si fermava a parlare con i suoi abitanti e con i Pulcinella, personaggi emblematici della tradizione napoletana. Questi incontri non erano solo casuali, ma riflettevano un desiderio autentico di comprendere la vita dietro la maschera, di cogliere il calore e la ricchezza culturale della città.
“Ricordiamo benissimo un incontro con un Pulcinella”, affermano i figli, quegli istanti racchiudevano per il padre un significato profondo: “della vita a Napoli e dei suoi suoni”. Napoli non era solo una tappa nel suo viaggio, ma una fonte di ispirazione che nutriva il suo spirito artistico. La città, con il suo calore umano e i colori vibranti, era per lui un rifugio, un luogo di felicità condivisa con la famiglia.
I due figli di Pesce hanno raccontato come il legame del padre con Napoli sia andato oltre le semplici visite. La famiglia aveva radici in Costiera Sorrentina e ciò ha rafforzato il loro legame con il territorio. Le frequenti visite a Napoli e sulla Costa Amalfitana, da Marina del Cantone a Massa Lubrense, erano parte integrante della loro vita. Per Pesce, la città non era solo un luogo di passaggio, ma un centro vitale per il suo lavoro artistico.
L’amore di Gaetano per il mare e per la bellezza naturale di Napoli influenzava indubbiamente il suo approccio creativo. Gli piaceva il contrasto tra il blu del mare e i colori vivaci degli edifici napoletani. La cucina locale, i sapori autentici e il calore delle persone erano elementi che arricchivano la sua vita, spingendolo a riflettere sulla semplicità e sul valore delle cose quotidiane. Questo approccio sensibile si rifletteva anche nei suoi progetti, in cui cercava di trasformare oggetti comuni in esperienze artistiche.
L’opera di Pesce che ha generato il maggior clamore, il Pulcinella “fallico” di Piazza Municipio, non ha solo sollevato polemiche, ma ha attirato anche l’attenzione mondiale sul suo lavoro. I social media hanno amplificato l’interesse per il designer, portando il suo profilo a raggiungere un numero record di follower. Tuttavia, i figli chiariscono che l’attenzione per l’arte del padre esisteva già prima di questo episodio, sottolineando che Pesce era più interessato ai legami emotivi e umani piuttosto che al numero di fan online.
I giovani Pesce spiegano come il padre si interrogasse sul cambiamento della percezione dell’arte nell’era digitale, ma dava priorità all’autenticità nelle relazioni interpersonali rispetto alla fama e ai numeri. Per lui, ogni opera era un’opportunità per comunicare idee complesse e per affrontare temi profondi attraverso il design, anche quando ciò comportava delle controversie.
Vivendo a New York, Pesce ha abbracciato la cultura americana e l’energia della città, ma non ha mai dimenticato le sue radici italiane. I figli raccontano di come il padre si sentisse fortunato di vivere in un contesto così dinamico, pur provando sempre una nostalgia per l’Italia, in particolare per il cibo e l’atmosfera di Napoli. “L’Italia era il suo paese” affermano, sottolineando che ogni volta che ne aveva la possibilità, tornava in patria.
La sua capacità di assaporare il meglio di entrambe le culture si traduceva nel suo lavoro, una fusione di influenze che ha dato vita a creazioni uniche. Pesce, infatti, è considerato un pioniere nel suo campo, avendo contribuito a ridefinire il design, portando colore e vivacità nelle case di tutto il mondo. Attraverso le sue opere, ha saputo trasformare il concetto di oggetto utile in un medium espressivo carico di significato e di storia.