Il Sud Italia sta vivendo un momento cruciale per la sua espansione nell’industria aerospaziale, un settore che mostra segnali di forte crescita e innovazione. Nonostante le polemiche politiche su temi come il sistema Starlink di Elon Musk, il Mezzogiorno ha un notevole patrimonio di capacità industriali e scientifiche. Con stabilimenti importanti come quelli di Thales Alenia Space Italia a Napoli e Bari, e Leonardo a Pomigliano d’Arco, la regione si prepara a giocare un ruolo da protagonista nel futuro del settore spaziale italiano.
Le risorse industriali del Mezzogiorno
Il panorama industriale del Sud Italia è ricco di opportunità, grazie a stabilimenti strategici e aziende di rilevo nel campo spaziale. Thales Alenia Space Italia, fortemente presente a Napoli e Bari, rappresenta uno dei principali attori del settore, sviluppando tecnologie avanzate per l’osservazione della terra e per applicazioni spaziali. Leonardo, designato leader nella progettazione di sistemi elettronici, discute da tempo il suo impegno per l’industria spaziale, con stabilimenti attivi a Pomigliano d’Arco. Questione centrale è l’apporto di competenze scientifiche alla crescita del settore, grazie a collaborazioni con università prestigiose, come la Federico II di Napoli e il Politecnico di Bari.
Un punto chiave è rappresentato dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, situato in Campania, un importante polo di ricerca che contribuisce allo sviluppo di progetti ad alta tecnologia. A Matera, in Basilicata, l’Agenzia Spaziale Italiana ha istituito un centro nel 1983, puntando sulla geodesia spaziale come tema centrale, mentre il telerilevamento ha ampliato le possibilità di applicazione.
Progetti innovativi e sinergie tra le regioni
Tra i progetti di spicco c’è Cosmo-SkyMed, una costellazione di satelliti per l’osservazione della terra, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale e il Ministero della Difesa. Il sistema, gestito dal centro di Matera, rappresenta un esempio dell’eccellenza italiana nel settore spaziale, fondendo tecnologia civile e militare.
Parallelamente, la Campania ha avviato il Distretto Tecnologico Aerospaziale, un’iniziativa che coinvolge oltre 170 soggetti tra grandi aziende, centri di ricerca e università. Questo distretto, attivo dal 2012, si distingue per la progettazione di microsatelliti e tecnologie duali per comunicazioni e logistica. Recentemente è emersa Mermec, una realtà che ha già saldamente radicato le sue attività in Puglia.
Non meno significativa è la notizia dell’interesse di SpaceX di Elon Musk, il quale ha proposto di supportare l’area dei Campi Flegrei per l’implementazione di Starlink, consentendo nuove modalità di comunicazione in caso di emergenze.
I progetti di sviluppo negli aeroporti spaziali
La Puglia si sta distinguendo nel contesto europeo per l’adempimento di un obiettivo ambizioso: la creazione del primo spazioporto dell’Europa meridionale a Grottaglie, in provincia di Taranto. Questo progetto, finanziato dall’Accordo di sviluppo e coesione tra il governo e la regione con un investimento di 70 milioni, ha l’aspettativa di essere operativo entro 3-4 anni.
In questo contesto si inserisce anche Planetek Italia, che sta attivamente lavorando allo sviluppo della serie di satelliti AIX, un programma innovativo focalizzato sul cognitive cloud computing nell’ambito spaziale. L’attenzione crescente verso queste iniziative e investimenti a lungo termine delineano un chiaro panorama di sviluppo della space economy nel Sud.
L’impatto economico dell’industria spaziale
Il contributo del Mezzogiorno all’industria aerospaziale è tangibile dai dati economici. Se si considera la distribuzione delle aziende attive nel settore, il Sud rappresenta il 24,8% delle realtà aziendali, in una sfida diretta con il Nord-Ovest, che detiene il 33,5%. Un report di Srm, associato a Intesa Sanpaolo, stima che in Campania il valore aggiunto dell’industria spaziale si attesti intorno a 900 milioni di euro, con un’export capacity di circa 743 milioni.
Questi dati pongono la Campania come seconda regione italiana per valore di produzione, dopo la Lombardia, mentre Puglia e Sicilia seguono rispettivamente con il 5% e il 2%. A testimoniare l’importanza del comparto, in Campania oltre 8.200 addetti lavorano in circa 70 imprese spaziali, generando un significativo indice di crescita delle esportazioni.
Le prospettive sembrano positive anche grazie ad investimenti in centri di ricerca, come la Fabbrica dell’Innovazione, il principale polo tecnologico della Campania dedicato alla progettazione e sviluppo di prototipi spaziali. L’impegno del Ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso per l’installazione di una base aerospaziale nel Mezzogiorno, con probabile collocazione in Puglia, evidenzia ulteriormente l’attenzione riservata al settore.
Futuro e opportunità del Mezzogiorno nell’industria spaziale
L’industria spaziale offre significative opportunità per il Mezzogiorno, con la possibilità di attrarre investimenti internazionali e favorire l’innalzamento del livello competitivo della regione. Tuttavia, è necessario unire le forze, sinergie e conoscenze provenienti da università e centri di ricerca, per un’efficace integrazione tra innovazione digitale e sostenibilità ambientale.
Il potenziale del Sud nel settore spaziale si traduce anche in una proposta formativa audace, capace di attrarre talenti e creare nuove iniziative imprenditoriali. È fondamentale rafforzare gli ecosistemi industriali già presenti, come i Distretti ad Alta Tecnologia DAC e DAT, e consolidare le iniziative in Basilicata, dove l’osservazione della terra gioca un ruolo chiave. Gli sviluppi futuri nascondono senza dubbio sorprese e occasioni da cogliere al volo.