Il museo di Capodimonte, uno dei tesori culturali più significativi d’Italia, ha recentemente accolto il ritorno di diciotto opere d’arte straordinarie provenienti da prestiti di lunga durata. Questi capolavori, tra cui il famoso dipinto “La Flagellazione”, mancavano dalla loro sede originaria per oltre due anni. Con l’avvio di un ambizioso progetto di modernizzazione previsto fino a dicembre 2025, il museo si prepara a rilanciarsi come meta imperdibile del turismo culturale, ambendo ad aumentare il numero di visitatori e a valorizzare la propria collezione.
Un allestimento collettivo significativo
Il nuovo allestimento, intitolato “Bentornati a Capodimonte. I capolavori sono a casa”, rappresenta un momento cruciale per il museo e per il sistema culturale di Napoli. Il nuovo direttore, Eike Schmidt, ha sottolineato l’importanza del rientro delle opere nel dialogo del museo con il territorio, evidenziando che la presenza di queste icone artistiche è fondamentale per attrarre un pubblico sempre più vasto e diversificato. Con oltre 2.500 opere, Capodimonte è seconda solo agli Uffizi per importanza in Italia; il museo ha l’obiettivo di restituire alla città un patrimonio culturale di inestimabile valore. La proposta di Schmidt è quella di far diventare Capodimonte un punto di riferimento per il turismo culturale, non solo per la qualità delle opere, ma anche per l’esperienza complessiva offerta ai visitatori.
Obiettivi ambiziosi di afflusso
Forte dell’eredità dei suoi predecessori, Schmidt ha fissato un obiettivo concreto: superare i 200.000 ingressi annuali, mirando addirittura a raggiungere i 300.000 visitatori. Questo dato risulta particolarmente significativo considerando che nel 2023 il museo ha registrato un calo del 27% delle presenze, a causa dell’assenza di gran parte della collezione in prestito. Il direttore ha dichiarato che ora si è tornati ai livelli del 2022, ma solo tre volte nella storia recente Capodimonte ha superato i 200.000 ingressi. Secondo Schmidt, il museo deve farsi conoscere e apprezzare meno come un’istituzione inamovibile e più come una meta vivace e accessibile, compatibile con l’adozione di nuove tecnologie e modalità di fruizione.
Numerosi collegamenti di trasporto pubblico sono disponibili per raggiungere Capodimonte, a dimostrazione del fatto che la sua accessibilità non deve essere considerata un problema. Nonostante la mancanza della Linea 9 della Metropolitana di Bassolino, i mezzi pubblici esistenti e le opzioni di passeggiata risolvono ampiamente le esigenze di spostamento per i visitatori. È evidente che il museo sta cercando attivamente di eliminare le scuse utilizzate per non visitarlo.
Progetti futuri e riqualificazione del museo
La visione di Schmidt non si limita al rientro delle opere d’arte, ma si estende a una serie di progetti ambiziosi per il futuro del museo. In primo piano c’è il Masterplan di riqualificazione del Museo di Capodimonte, un’iniziativa che prevede investimenti significativi—stimati in 500 milioni di euro—per modernizzare e ampliare le strutture espositive. Di questi, 90 milioni sono già stati assicurati, inclusi i fondi provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinati anche al Real Bosco. Schmidt ha affermato che i fondi disponibili attualmente ammontano a circa 120 milioni, ma è evidente che ulteriori risorse saranno necessarie per completare il progetto ambizioso e altrettanto necessario.
Ulteriori iniziative, come la creazione del Museo della Fotografia di Mimmo Jodice e l’acquisizione della collezione Lia e Marcello Rumma, indicano l’intenzione del museo di espandere la propria offerta culturale. L’idea di avere a Napoli un grande centro per l’arte fotografica e di ampliare gli spazi dedicati alle porcellane da 1 a 14 sale rappresenta un approccio dinamico e lungimirante. Essere un direttore a tempo pieno a Capodimonte è l’intento di Schmidt, il quale già risiede stabilmente nella città partenopea. La sua visione concreta e realistica per il museo fa ben sperare per l’evoluzione futura di uno dei più begli spazi culturali italiani.