Il mondo del calcio ha subito una grande perdita con la morte di Sven Goran Eriksson, allenatore svedese che ha segnato un’epoca nel calcio italiano. Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha espresso il cordoglio della società nei confronti della famiglia del tecnico, sottolineando il significato che Eriksson ha avuto nella storia dello sport. Eriksson, scomparso all’età di 76 anni a causa di un tumore in fase avanzata, lascia un’eredità indelebile nel panorama calcistico.
Sven Goran Eriksson è nato il 5 febbraio 1948 a Sunne, in Svezia. Dopo aver iniziato la sua carriera da calciatore, ha rapidamente cambiato rotta, dirigendo squadre minori nel suo paese d’origine. La sua ascesa nel mondo dell’allenamento è culminata negli anni Ottanta, quando ha preso in carico il primo importante incarico all’Östers IF. Qui, Eriksson ha iniziato a farsi conoscere per le sue abilità tattiche e la capacità di gestire i giocatori, che avrebbero contraddistinto tutta la sua carriera.
Negli anni Novanta, Eriksson si è trasferito in Italia, dove ha allenato alcune delle principali squadre di club. Tra i suoi primi incarichi, spicca quello alla SAMPDORIA, dove il suo impatto fu immediato. Con Eriksson alla guida, la squadra ha mostrato un gioco brillante, capace di incantare il pubblico. Questo periodo di successo ha rappresentato solo l’inizio della sua avventura nel calcio italiano, poiché successivamente assunse la direzione della LAZIO.
Dal 1997 al 2001, Sven Goran Eriksson ha guidato la Lazio, riportando la squadra ai vertici del calcio italiano ed europeo. Sotto la sua guida, la Lazio ha conquistato il suo secondo scudetto nel 2000, un traguardo atteso per ben 26 anni. Questo successo è stato accompagnato da altre vittorie significative, tra cui due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea.
Uno dei tratti distintivi della gestione di Eriksson è stata la sua capacità di valorizzare i talenti in squadra. In quegli anni, la Lazio ha visto la presenza di calciatori di fama mondiale come Alessandro Nesta, Pavel Nedved, Dejan Stankovic, Juan Sebastián Verón e Roberto Mancini. Eriksson ha descritto la sua squadra come “piena di stelle”, rimarcando come queste giocassero sempre per il gruppo, dimostrando grande impegno e dedizione. In un’intervista recente, ha sottolineato il piacere di allenare una rosa così affiatata.
La carriera di Sven Goran Eriksson non si è limitata solo all’Italia. Il tecnico svedese ha avuto esperienze significative in diverse nazioni e competizioni, incluso il ruolo di selezionatore della nazionale inglese. Tuttavia, è indubbio che il suo impatto in Serie A e in particolare alla Lazio rappresenti uno dei capitoli più belli della sua carriera. Eriksson ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio, diventando un punto di riferimento per le generazioni successive di allenatori.
La scomparsa di Sven Goran Eriksson rappresenta una grande perdita per il mondo del calcio. La sua figura è stata fondamentale nella crescita di molti talenti e il suo approccio professionale ha ispirato allenatori di ogni livello. Le sue strategie nel gioco e la sua visione innovativa hanno aperto la strada a nuove forme di allenamento e gestione delle squadre, affermandolo come un pioniere nel suo campo. Il Napoli, attraverso le parole del suo presidente, ha reso omaggio a un leggendario protagonista della storia del calcio, unendo la propria voce al coro di cordoglio che si sta levandosi in tutto il mondo sportivo.