Papa Francesco ha recentemente nominato 21 nuovi cardinali, tra cui Jean-Paul Vesco, un religioso domenicano di 62 anni, noto non solo per il suo ruolo ecclesiastico, ma anche per la sua passione per la corsa. Arcivescovo di Algeri, Vesco rappresenta un esempio unico di come lo sport e la spiritualità possano incrociarsi, contribuendo a veicolare messaggi di unità e dialogo in un contesto globale spesso segnato da divisioni.
La carriera ecclesiastica di Jean-Paul Vesco
Jean-Paul Vesco è originario della Francia, dove ha iniziato il suo percorso religioso come domenicano. Da anni è impegnato in missioni di carità e sostegno alle comunità disagiate. La sua nomina a cardinale da parte di Papa Francesco non è solo un riconoscimento della sua dedizione spirituale, ma anche una conferma della sua importanza nel panorama ecclesiastico attuale. La sua carica di arcivescovo di Algeri sottolinea l’importanza del dialogo interreligioso e l’impegno della Chiesa cattolica nel promuovere la pace in una regione tradizionalmente complessa come il Nord Africa.
Vesco ha dedicato gran parte della sua vita al servizio degli altri, sia come sacerdote che come leader religioso. La sua visione di una Chiesa inclusiva e aperta è particolarmente significativa in un contesto dove le differenze culturali e religiose possono spesso condurre a tensioni. La sua nomina offre l’opportunità di rinnovare l’impegno della Chiesa cattolica verso il dialogo interculturale, l’accoglienza e la comprensione reciproca.
La passione per la corsa: un legame con la spiritualitÃ
Oltre al suo impegno spirituale, Jean-Paul Vesco è un maratoneta affermato, con un personale di 2 ore e 52 minuti ottenuto nel 1989 alla maratona di New York. Questa esperienza sportiva non è solo un traguardo significativo per Vesco, ma rappresenta anche un momento chiave nella sua vita, dimostrando che la corsa può essere una forma di meditazione e intimità personale. “Chi corre prega due volte”, afferma, sottolineando come l’atto di correre possa diventare una pratica spirituale.
La corsa, secondo Vesco, è un modo per ascoltarsi e per superare i propri limiti. Descrive la libertà che si prova nel correre, trasformando anche i percorsi urbani in spazi di riflessione e crescita personale. Per lui, la corsa non è solo un’attività fisica, ma un viaggio interiore che consente di esplorare le proprie capacità e di connettersi con l’universo circostante. La sua dichiarazione mette in luce l’incredibile sinergia tra l’attività fisica e la spiritualità , incoraggiando una visione più ampia del benessere che integra mente, corpo e spirito.
L’impegno con Athletica Vaticana e il futuro della corsa
Nonostante gli impegni che derivano dal suo nuovo cardinalato, Vesco intende continuare a far parte di Athletica Vaticana, un’associazione sportiva del Vaticano che promuove eventi di corsa e attività fisiche per i membri della Chiesa. È entusiasta di partecipare a diverse gare in Algeria con la maglietta bianco e gialla dell’associazione, considerandole un’opportunità di incontro e dialogo tra culture diverse.
Ricorda con affetto la partecipazione di Athletica Vaticana ai Giochi del Mediterraneo nel 2022 a Orano, dove lo sport ha svolto un ruolo fondamentale nel trasmettere un messaggio di pace. Questo evento ha permesso di unire diverse comunità attraverso la competizione sportiva e ha enfatizzato la funzione dello sport come strumento di comunicazione e di scambio culturale. La sua prospettiva sullo sport come mezzo di dialogo tra le religioni è un messaggio potente, soprattutto in un momento in cui la società cerca di costruire ponti anziché barriere.
L’incontro tra fede e sport, incarnato dalla figura di Jean-Paul Vesco, offre uno spunto di riflessione sul potere del dialogo e della pace, elemento centrale nel difficile panorama attuale. La carriera del cardinale maratoneta rappresenta un ottimo esempio di come lo sport possa influenzare positivamente non solo gli individui ma anche le comunità , promuovendo valori di inclusione, solidarietà e fraternità .