Nel corso di un discorso tenuto presso la sala consiliare in Campidoglio, Papa Francesco ha espresso la sua visione per una Roma che si caratterizzi per la carità, l’accoglienza e l’ospitalità. L’apertura di una porta santa in un carcere simboleggia l’invito a tutta la cittadinanza romana ad essere al servizio degli altri, in particolare dei più deboli e degli emarginati. Questo gesto si inserisce in un contesto più ampio, dove Roma è chiamata a mostrare il suo volto più autentico e generoso.
Papa Francesco ha richiamato l’attenzione sul pericolo di essere selettivi nella difesa della dignità umana, evidenziando come anche le società più evolute possano essere permeate da atteggiamenti che non rispettano pienamente l’essenza della persona. Il ricordo della schiavitù come istituto gradatamente abbandonato a Roma invita a una riflessione sulla necessità di lottare contro ogni forma di emarginazione e discriminazione, ponendo al centro l’uguaglianza e la solidarietà.
Guardando al futuro, Papa Francesco ha proiettato lo sguardo al Giubileo del 2025, sottolineando come l’ingente afflusso di pellegrini, turisti e migranti rappresenti uno stimolo per la città di Roma. L’organizzazione di eventi di tale portata non deve essere vista come un peso, bensì come un’opportunità di crescita civile, sociale ed economica. La ricchezza culturale e storica di Roma costituisce un patrimonio da valorizzare e proteggere, un impegno che coinvolge l’intera comunità e le istituzioni.
Ricordando le origini di Roma come rinascita dalle rovine di Troia, Papa Francesco invita alla consapevolezza del valore simbolico che la città rappresenta a livello mondiale. Il richiamo a una collaborazione attiva e sinergica tra tutte le istituzioni presenti a Roma, per perseguire un obiettivo comune di sviluppo e benessere per tutti i cittadini, si configura come chiave per preservare e accrescere il ruolo di Roma nel contesto globale.