Il pastel de nata: il dolce simbolo di Lisbona che conquista il palato internazionale

Il pastel de nata rappresenta uno dei simboli più distintivi della tradizione culinaria portoghese, in particolare di Lisbona. Questo delizioso dolce, un piccolo scrigno di pasta frolla ripieno di una cremosa crema cotta al forno, è diventato un must per chi visita la capitale portoghese. La sua preparazione affascinante, spesso visibile nei laboratori a vista delle pasticcerie locali, e l’aroma invitante che pervade l’aria rendono l’esperienza di assaporarlo ancora più indimenticabile.

La tradizione e la preparazione del pastel de nata

Il pastel de nata ha radici storiche profonde, proveniente dalla tradizione dei dolci conventuali portoghesi. La sua genesi può essere ricondotta ai monaci dei conventi che, nel tentativo di utilizzare gli avanzi di uova e zucchero, svilupparono ricette innovative per dolci. Ciò che rende il pastel de nata così speciale è la combinazione di ingredienti che, sebbene leggeri nella loro composizione, creano un’esplosione di sapori al primo morso. È importante notare che, nonostante il suo nome che potrebbe indurre a pensare alla presenza di panna, il pastel de nata non contiene panna nella sua ricetta tradizionale. Questo dolce è composto principalmente da albumi, zucchero e latte, che si fondono in un’armonia di gusto.

La preparazione di questi pasticcini avviene rigorosamente a mano e rappresenta un’arte che si tramanda di generazione in generazione. Gli chef delle pasticcerie locali, come la storica Pasteis de Belem, mettono in mostra la loro abilità nella stesura della pasta sfoglia e nella creazione della crema, che viene cotta a temperature elevate per ottenere quella caratteristica crosticina bruna e caramellata in superficie. Questo processo di cottura, che può sembrare banale, è in realtà ciò che conferisce al pastel de nata la sua texture unica e il sapore deciso, capace di lasciare i buongustai a bocca aperta.

Il giusto abbinamento: caffè e liquori portoghesi

Quando ci si trova a Lisbona, non si può fare a meno di accompagnare un pastel de nata con un buon caffè. La tradizione prevede di gustare il dolce insieme a una “bica”, il termine locale per il caffè espresso, il che rende il momento ancora più delizioso. L’intensità dell’espresso si sposa perfettamente con la dolcezza della crema, creando un contrasto armonioso che esalta i sapori di entrambi.

Per chi desidera provare un abbinamento più audace, nel pomeriggio è comune gustare il pastel de nata con la “Ginjinha”, un liquore a base di amarene che offre un tocco agrodolce e aromatico. Questo liquido, infuso con la frutta e addolcito con zucchero, aggiunge un profilo di sapore che completa l’esperienza gastronomica. La Ginjinha, servita spesso in piccoli bicchieri, è una tradizione che merita di essere assaporata, fondendo la cultura culinaria portoghese con il dolce simbolo della città.

L’espansione del pastel de nata oltre i confini portoghesi

Negli ultimi anni, l’interesse per il pastel de nata è notevolmente cresciuto anche al di fuori del Portogallo. Riconoscimenti internazionali come quello del quotidiano The Guardian, che nel 2009 ha inserito il pastel de nata tra le 50 migliori cose da mangiare al mondo, hanno contribuito a incrementarene la popolarità. Inoltre, nell’aprile 2019, Bloomberg ha previsto un’ascesa simile a quella dei croissant, anticipando una tendenza che si sta pian piano concretizzando.

A Londra, in particolare nel quartiere di Soho, lunghe file si formano davanti alle pasticcerie specializzate, dove i gourmand possono provare questo dolce iconico. Con la crescente domanda, il pastel de nata non è più solo un dolce da assaporare esclusivamente a Lisbona, ma è riuscito a conquistare palati in tutto il mondo, grazie ad una distribuzione sempre più capillare nelle pasticcerie e nei ristoranti di cucina portoghese.

La storia del pastel de nata è dunque quella di un viaggio che attraversa il tempo e lo spazio, trasformandosi da prodotto tipico di un monastero portoghese a vera e propria star della gastronomia mondiale.

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Redazione