Un’importante iniziativa ha preso avvio a Napoli, con il progetto di digitalizzazione di opere storiche di grande valore, in particolare le rare edizioni dei cinquecentine. Questo lavoro, frutto della collaborazione tra l’Istituto Italiano per gli Studi Storici e altre prestigiose istituzioni culturali, permette di preservare e rendere accessibili al pubblico opere che altrimenti rischierebbero di rimanere sconosciute. Grazie a questo progetto, la città di Napoli si arricchisce non solo di cultura, ma anche di un patrimonio di conoscenza che risale a secoli di storia.
la storia dell’istituto italiano per gli studi storici
Origini e fondazione
L’Istituto Italiano per gli Studi Storici ha radici profonde nella cultura italiana, essendo stato fondato nel 1946 da Benedetto Croce, figura di spicco della filosofia e della cultura italiana del XX secolo. Insieme all’economista Raffaele Mattioli, Croce ha avuto l’intento di creare un centro di alta formazione che potesse accogliere studiosi provenienti da diversi ambiti disciplinari. La scelta di Palazzo Filomarino, un edificio intriso di storia, non è casuale; qui infatti Croce aveva allestito la sua personale biblioteca, rendendo l’accesso ai tomi una priorità per la didattica e la ricerca.
L’istituto ha sviluppato negli anni un patrimonio considerevole, che oggi conta circa 150.000 volumi e oltre duemila riviste. Nel corso della sua esistenza, ha formato ben 1.800 corsisti, contribuendo in modo significativo alla crescita intellettuale e alla diffusione della cultura.
il tesoro delle cinquecentine
La collezione Nicolini
Un elemento di spicco dei tesori librari dell’istituto è rappresentato dalla collezione Nicolini, donata nel 1985 da Benedetto Nicolini, un autorevole studioso napoletano di storia della chiesa. Questa collezione, che conta oltre 26.000 volumi, è particolarmente preziosa per la ricerca storica e le curiosità bibliografiche. Nicolini, con la sua passione per la bibliofilia, ha arricchito questa raccolta con opere di grande rilievo, tra cui le cinquecentine che trattano prevalentemente i temi della Riforma e della Controriforma.
Questi volumi non sono solo testimonianze letterarie, ma veri e propri pezzi di storia che portano con sé il peso del tempo e delle controversie religiose. Le edizioni comprendono opere di autori noti come Calvino, Lutero ed Erasmo da Rotterdam.
Edizioni rarissime
La dottoressa Monica Mattioli, specialista dell’Istituto, ha illustrato alcune delle opere più significative della collezione, tra cui un pregevole pontificale liturgico, la cui stampa in rosso e nero dimostra un alto grado di artigianalità del tempo. Un’altra opera di grande interesse è un expositio del riformatore Bernardino Ochino, la cui pubblicazione clandestina a Basilea testimonia le tensioni religiose dell’epoca. In aggiunta, la prima edizione di Teodoro di Beza, il cui disegno incompleto di personaggi illustri, lascia spazio alla riflessione sulla disponibilità economica degli stampatori del tempo.
il progetto di digitalizzazione
Un lavoro collettivo
Dal 2013, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici ha intrapreso un ambizioso progetto di digitalizzazione, in collaborazione con altre importanti istituzioni culturali napoletane, come la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce e il Pio Monte della Misericordia. Questo progetto, finalizzato alla preservazione e alla fruizione del patrimonio librario, ha già contribuito alla digitalizzazione di circa 300.000 documenti e 500 opere cinquecentine.
L’importanza di questo lavoro si riflette nella qualità delle immagini: le tecnologie utilizzate permettono di ottenere riproduzioni estremamente dettagliate, evidenziando copertine, caratteri grafici e illustrazioni di illustri tipografi dell’epoca, come Aldo Manuzio. Elli Catello, responsabile della biblioteca dell’istituto, sottolinea l’importanza della piattaforma web che offre un catalogo accessibile a ricercatori e studiosi, non solo per valorizzare il patrimonio custodito, ma anche per garantire la continuità della ricerca nel futuro.
Riflessioni sulla conservazione
La digitalizzazione non è solo un processo tecnico, ma un atto di responsabilità culturale. Grazie a questa iniziativa, opere di inestimabile valore storico e culturale possono essere accessibili a una platea più ampia, oltrepassando i confini fisici e temporali. La speranza è che questo progetto continui a crescere, arricchendo sempre di più il panorama culturale di Napoli e contribuendo alla diffusione della conoscenza storica.