La situazione del personale sanitario in Campania, e in particolare nell’area metropolitana di Napoli, sta assumendo contorni sempre più critici. Con decisioni come il trasferimento di operatori da strutture già sotto stress a nuovi servizi di comunità ancora in fase di realizzazione, si mette a rischio la salute dei cittadini. Inoltre, la ricerca di infermieri indiani secondo le disposizioni del decreto legge 145 ha suscitato non poche preoccupazioni tra i sindacati. Questo articolo esplorerà le attuali sfide della sanità territoriale in Campania e le riforme necessarie per affrontare una crisi che sembra inarrestabile.
Il trasferimento del personale sanitario: una decisione controversa
Il trasferimento di personale da strutture ospedaliere in situazioni già critiche a nuovi presidi, come case della comunità e ospedali di prossimità, solleva interrogativi legittimi sulla gestione della sanità pubblica. Luigi D’Emilio, rappresentante della Cisl Funzione Pubblica di Napoli, denuncia come questa operazione di trasferimento non solo non risolva i problemi di carenza di personale, ma anzi aggravi la situazione. In un contesto in cui il sistema sanitario locale già lottava contro una cronica insufficienza di operatori, spostare infermieri e operatori sanitari verso nuove strutture, che non sono ancora operative, si traduce in una strategia fallimentare.
D’Emilio manifesta la propria preoccupazione, sottolineando che nel mentre il fabbisogno di infermieri è evidente, le istituzioni sembrano voler colmare il vuoto con assunzioni di personale straniero, un approccio che si rivela inadeguato. Questa strategia, definita da D’Emilio un “papocchio”, non tiene conto delle 400 unità di nuovi laureati che si apprestano ad entrare nel mercato del lavoro. In questo modo, la Cisl Funzione Pubblica si chiede perché non venga attuata una più efficace integrazione tra la domanda di lavoro e l’offerta esistente, che potrebbe evitare la necessità di ricorrere a professionisti dall’estero.
La ricerca di infermieri indiani e le sue implicazioni
Il clima attuale di assunzioni in sanità è caratterizzato dall’interesse a reclutare personale infermieristico indiano, un’iniziativa avviata in risposta a una carenza di professionisti e percepita come urgente. Tuttavia, questa decisione è stata criticata poiché non sembra affrontare le problematiche di fondo del sistema sanitario locale. Il decreto legge 145, che facilita l’ingresso di lavoratori stranieri, potrebbe essere più utile in realtà dove la mancanza di professionisti è dirimente, come nel Nord Italia; a Napoli, il problema potrebbe essere risolto sfruttando le preziose risorse presenti nel territorio.
Secondo D’Emilio, l’operazione di assunzione di infermieri indiani ignora il potenziale di personale qualificato già disponibile. Questo approccio potrebbe non solo rivelarsi inefficace nel risolvere le carenze strutturali nel breve periodo, ma potrebbe anche esporre la regione a una perdita di talenti locali, con il rischio che i professionisti già formati decidano di trasferirsi all’estero in cerca di migliori opportunità lavorative. Questa concorrenza, poi, si tradurrebbe in un ulteriore impoverimento delle risorse sanitarie locali.
Il bisogno di un piano strategico per la sanità territoriale
Di fronte a una situazione di emergenza come quella del sistema sanitario napoletano, è evidente l’esigenza di una pianificazione strategica. Con 143 presidi sanitari di prossimità previsti nella provincia di Napoli, i quali includono 88 case di comunità, 32 centrali operative e 23 ospedali, emerge chiaramente la necessità di un incremento del personale e di risorse tecniche adeguate. Questo non solo per soddisfare gli standard di assistenza, ma anche per gestire il crescente afflusso ai pronto soccorso.
La Cisl Funzione Pubblica ha rilevato che attualmente mancano mille infermieri rispetto ai requisiti aziendali stabiliti, una cifra inaccettabile in un contesto in cui sono previsti nuovi laureati a breve. Pertanto, è fondamentale che le istituzioni locali attuino un’interazione efficiente tra requisiti di personale e disponibilità. Abbandonare pratiche inefficaci e promuovere metodi innovativi per l’assunzione dei professionisti, oltre a garantire la piena operatività delle nuove strutture di assistenza, sono passi cruciali per affrontare questa sfida.
Il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica esprime la necessità di una mobilitazione più ampia, coinvolgendo non solo sindacati e professionisti, ma anche i sindaci e le istituzioni locali. Con il benessere e la salute pubblica in gioco, ogni ritardo può avere conseguenze devastanti sulla vita dei cittadini, rendendo urgente una risposta risolutiva che affronti in modo concreto le problematiche del sistema sanitario campano.