Il procuratore di Napoli denuncia la contrazione della libertà di contestazione e il rischio di un’involuzione democratica

La libertà di espressione e di protesta è un tema di crescente rilevanza nel dibattito pubblico italiano. Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, ha recentemente dichiarato il suo dissenso riguardo alle nuove direttive dell’attuale governo e ai cambiamenti normativi promossi dalla riforma dell’ex Guardasigilli, Marta Cartabia. Le sue affermazioni, rilasciate durante un evento pubblico, hanno messo in luce preoccupazioni su una potenziale erosione dei diritti civili e sull’impatto delle riforme sulla democrazia.

Il diritto di protestare

Nel contesto attuale, Nicola Gratteri ha affermato con forza che il potere politico non dovrebbe temere le contestazioni. «Tutti hanno diritto di protestare e di contestare», ha dichiarato, evidenziando la necessità di garantire spazi di espressione a tutti i cittadini. Tuttavia, ha anche sottolineato che le manifestazioni devono avvenire nel rispetto della legge e senza recare danno alle persone o alla proprietà pubblica. Con questa posizione, il procuratore solleva interrogativi importanti sulla volontà del governo di ascoltare e rispondere alle istanze dei cittadini.

Gratteri si è espresso a margine della presentazione del suo libro “Una cosa sola” al teatro Splendor di Aosta, dove ha avuto l’opportunità di dialogare con i giornalisti presenti. La sua critica si è estesa anche alle istituzioni giornalistiche, accusandole di scarsa reattività alle riforme che potrebbero compromettere la professione. «Non ho visto il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti e i sindacati protestare», ha osservato Gratteri, rimarcando la preoccupazione per una mancanza di coinvolgimento e passione nell’editoria contemporanea.

Le riforme del governo e il loro impatto

Gratteri ha mostrato un forte dissenso nei confronti delle riforme introdotte dal governo, evidenziando come queste non abbiano apportato reali miglioramenti al sistema giudiziario e abbiano, anzi, contribuito a una radicalizzazione della crisi della giustizia. In particolare, il procuratore ha criticato l’idea che le intercettazioni siano un costo insostenibile. «Le intercettazioni costano 170 milioni all’anno, una cifra relativamente bassa considerando l’importanza delle indagini che si possono condurre», ha affermato.

In questo contesto, Gratteri ha messo in evidenza che i veri problemi riguardano la scarsità di personale e la difficoltà di ottenere risultati. Parlando dell’operato delle forze dell’ordine e della giustizia, ha sottolineato quanto sia difficile portare avanti le indagini con una struttura sotto pressione e inadeguata. Secondo il procuratore, la riforma Cartabia ha fatto poco per migliorare la situazione esistente e ha, invece, creato nuove difficoltà per le vittime di reati.

La criminalità organizzata e i rischi per la democrazia

Affermazioni allarmanti sono emerse anche nell’analisi dell’espansione della criminalità organizzata, che secondo Gratteri sta trovando nuova linfa vitale al Nord Italia. Le mafie, secondo il procuratore, stanno riuscendo a radicarsi nel tessuto economico e sociale, influenzando le dinamiche locali e il consenso politico. «Quando le mafie si radicano sul territorio, poi votano e creano consenso; è difficile liberarsene», ha spiegato.

Gratteri ha messo in guardia sul fatto che il denaro sporco è il nuovo obiettivo delle cosche criminali, le quali non si accontentano di accumulare ricchezze, ma puntano a “ripulire” il denaro per reinvestirlo. Questa strategia rappresenta una minaccia non solo per l’economia, ma anche per la libertà e la democrazia stessa, poiché contribuisce a introdurre una cultura della corruzione in strutture pubbliche e politiche. La prolungata presenza delle mafie, secondo il procuratore di Napoli, erode i fondamenti della democrazia e della legalità, rendendo sempre più difficile la protezione dei diritti dei cittadini.

In definitiva, il messaggio di Gratteri è chiaro: le riforme attuali e le scelte del governo possono avere conseguenze significative sul sistema giudiziario e sulla libertà di espressione. Solo attraverso un impegno consapevole e una vigilanza attiva da parte di tutti gli attori coinvolti si potrà garantire un futuro in cui diritti e libertà siano rispettati e tutelati.

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Filippo Grimaldi