Il Mediterraneo sta vivendo un significativo aumento delle temperature marine che ha un impatto diretto sulle specie ittiche e sull’ecosistema in generale. Il professor Antonio Terlizzi della stazione zoologica Anton Dohrn, specialista in ecologia marina, sottolinea i cambiamenti preoccupanti che stanno interessando il mare campano e altre aree del Mediterraneo. Un fenomeno complesso, che richiede un’attenta analisi per comprendere gli effetti a lungo termine.
Gli effetti del riscaldamento sulle specie ittiche
Un virus letale per i pesci
Negli ultimi anni, la fauna ittica del Mediterraneo ha subito gravi perdite a causa di virus legati al riscaldamento delle acque. Come riportato dal professor Terlizzi, nel 2021 sono state rinvenute oltre 200 cernie morte nei pressi di Licosa, un evento attribuibile a un virus la cui diffusione è stata facilitata dalle anomalie termiche del mare. Queste anomalie indeboliscono le difese immunitarie dei pesci, rendendoli vulnerabili a malattie. Anche altre specie, come le spigole e le murene, stanno subendo gli effetti di questa situazione. La retinopatia, riconducibile a un virus, è un esempio chiaro della fragilità delle specie ittiche in un contesto di riscaldamento globale.
In aggiunta, la Pinna nobilis, un mollusco bivalve simbolo della biodiversità marittima, è in serio pericolo. Secondo il professor Terlizzi, in alcune zone del Mediterraneo, questa specie sta quasi scomparendo a causa di una malattia causata da un protozoo. Tuttavia, le condizioni di stress termico possono aver compromesso ulteriormente le risposte immunitarie delle Pinna nobilis, rendendole ancor più suscettibili a queste malattie.
Raccomandazioni per il monitoraggio delle temperature
Un trend allarmante e imprevedibile
L’analisi delle temperature marine nel mare campano rivela una tendenza inquietante, secondo quanto afferma il professor Terlizzi. Sebbene non si possano confermare nuovi record di temperature, è evidente che il Mediterraneo sta continuando a scaldarsi anno dopo anno. Questo cambiamento climatico presenta effetti difficili da prevedere nel medio e lungo periodo, creando una situazione di allerta per la biodiversità marina.
Le temperature elevate non sono solo un problema per il presente, ma pongono interrogativi sulla sostenibilità degli ecosistemi marini futuri. Se il trend attuale continuerà, si teme che le conseguenze possano portare a un ulteriore impoverimento delle specie native e al consolidarsi di nuove specie invasive.
L’aumento delle specie aliene
Una nuova dinamica ecologica
L’aumento delle temperature ha favorito l’introduzione di specie aliene nel Mediterraneo. Il professor Terlizzi riferisce di un aumento delle migrazioni di specie marine, evidenziando che gli habitat originari, come il Mar Rosso, stanno ora favorendo l’accoglienza di pesci scorpione e pesci coniglio, che erano quasi sconosciuti fino a pochi decenni fa. La proliferazione della cernia bianca è un altro esempio significativo: un tempo limitata ai mari meridionali, oggi è frequente anche nel golfo di Napoli e nel mare di Trieste.
Questa migratoria di specie non è solo un fenomeno di sostituzione, ma ha anche effetti distruttivi sugli ecosistemi locali, come evidenziato dalla proliferazione dell’alga eucalipta cylindracea, che competono con le specie autoctone affermandosi rapidamente nell’ambiente. Tali cambiamenti portano a una trasformazione ecologica che può avere effetti incerti e potenzialmente disastrosi.
La nidificazione delle tartarughe Caretta caretta
Una nota positiva amidst the challenges
Nonostante le difficoltà, ci sono anche segnali incoraggianti, come l’incremento di nidificazioni della Caretta caretta lungo le spiagge della Campania. Negli ultimi anni, i nidi in Grecia sono aumentati del 500%, segno della resilienza della specie in risposta ai cambiamenti ambientali. Tuttavia, il professor Terlizzi è cauto nel valutare questo fenomeno.
Le temperature di schiusa delle uova sono fondamentali per determinare il sesso delle tartarughe. Un aumento delle temperature potrebbe portare a una predominanza di femmine, creando un potenziale squilibrio nel lungo periodo. Inoltre, la riduzione dei tempi di schiusa e l’aumento dei tassi di abortività delle uova sono ulteriori fattori di preoccupazione che potrebbero minacciare la sostenibilità della popolazione di Caretta caretta nel Mediterraneo.
Il panorama ecologico marino si presenta complesso e variegato, costringendo gli esperti a monitorare costantemente le dinamiche in atto e a valutare le misure necessarie per affrontare le sfide futuri della biodiversità nel Mediterraneo.