I recenti dati forniti da Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, hanno messo in luce le difficoltà economiche del sistema sanitario in Campania. Quest’area detiene il primato di costi per la degenza ospedaliera in Italia, evidenziando una situazione che deve essere analizzata con attenzione per comprendere le cause di tali spese elevate e le possibili implicazioni per i cittadini.
Costi della degenza: il primato del San Pio di Benevento
Secondo le statistiche pubblicate, l’ospedale San Pio di Benevento si posiziona al secondo posto in Italia per i costi di degenza, con una spesa media di 915,3 euro per giorno di ricovero. Solo il Papardo di Messina supera questo dato, con un costo di 1.031,6 euro. Questa situazione non è isolata; l’azienda ospedaliera dei Colli segue subito dopo, con un costo di 730 euro al giorno, posizionandosi quindi al quarto posto nazionale.
Risulta significativo notare che anche l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta si classifica tra i dieci ospedali più costosi d’Italia, con un costo di 679 euro per giornata di ricovero. Al di fuori della top ten, ma non lontano, troviamo il Cardarelli di Napoli, con 613 euro, mentre il San Giuseppe Moscati di Avellino presenta un costo di 576,4 euro al giorno. Questi dati riflettono non solo le spese operative elevate, ma anche la gestione delle risorse e le scelte organizzative adottate all’interno del sistema sanitario regionale.
L’indicatore considerato da Agenas per calcolare questi costi si basa sulla valutazione delle risorse produttive necessarie per il ricovero di un paziente. Maggiore è il valore, più alte sono le spese operative, rendendo evidente che la pressione sui bilanci delle strutture sanitarie campane richiede una riflessione approfondita sulle strategie di gestione economica.
Spese per personale: un peso insostenibile
Un altro aspetto cruciale riportato dai dati di Agenas riguarda il costo del personale. I quarti posti nella classifica nazionale per gli ospedali con le spese più elevate per risorse umane sono, in ordine, il San Pio di Benevento , il Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta , e il Cardarelli di Napoli . Questa situazione mette in luce un problema significativo: la sostenibilità delle spese per il personale rappresenta un fattore determinante nell’analisi dei costi sanitari globali.
Il costo del personale non include solo le retribuzioni ai dipendenti diretti, ma si estende anche a consulenze, collaborazioni esterne e altre forme di lavoro interinale. Questa tipologia di spesa può amplificare i costi operativi, rendendo il sistema sanitario campano meno competitivo rispetto ad altre realtà italiane. Il settimo posto del Moscati di Avellino, con un valore pari al 58,2%, rafforza ulteriormente l’idea che le spese per personale e le modalità di assunzione siano al centro delle problematiche economiche del settore.
La necessità di ridurre i costi e migliorare l’efficienza operativa costituisce una priorità per il futuro della sanità in Campania, e le scelte politiche dovranno necessariamente tenerne conto.
Esternalizzazioni e appalti: un costo che pesa
Ulteriori analisi sui dati di Agenas evidenziano come i costi di esternalizzazione e gli appalti peggiorino ulteriormente il panorama economico. L’indicatore calcolato sull’incidenza degli appalti, che misura quanto la spesa per servizi non sanitari influisca sulla produzione ospedaliera, ha rivelato numeri preoccupanti. L’Azienda dei Colli e il Cardarelli presentano i costi di appalto più elevati d’Italia, con valori che superano di tre volte quelli di altre strutture più efficienti.
Servizi come lavanderia, pulizia, mensa, assistenza informatica e trasporti si rivelano costosi e pesano sulle spese generali. La necessità di affidarsi a lavoratori esterni per questi servizi, spesso giustificata da una ricerca di efficienza, sembra non portare ai risultati sperati in termini di contenimento della spesa. La gestione inefficace di tali servizi potrebbe essere una delle principali cause dell’insostenibilità economica del sistema sanitario campano.
Farmaci e pagamenti: un’analisi contrastante
La analisi della spesa destinata ai prodotti farmaceutici mostra una ulteriore complicazione. Il Cardarelli, ad esempio, registra una spesa per farmaci di 15,8, attestandosi al secondo posto per costo in Italia, seguito dal Moscati di Avellino con 14. Tali valori evidenziano come la gestione dei farmaci e degli emoderivati possa incidere significativamente sul bilancio delle strutture ospedaliere.
Tuttavia, emerge un elemento positivo nella gestione delle finanze: gli ospedali campani si distinguono come i migliori pagatori d’Italia, con un tempo medio di pagamento ai fornitori che si attesta ai minimi storici. Il San Pio di Benevento, ad esempio, ha un saldo medio di -33 giorni, segnando un’importante eccellenza nella gestione dei rapporti commerciali con i fornitori. Questo dato suggerisce che, pur affrontando sfide economiche significative, le strutture sanitarie campane stanno riuscendo a mantenere rapporti solidi con i fornitori, elemento che potrebbe contribuire positivamente al miglioramento delle condizioni generali del settore.
Questi dati complessivi offrono un quadro chiaro della situazione sanitaria in Campania, rimarcando la necessità di interventi strategici e ristrutturazioni tese al contenimento dei costi e al miglioramento dei servizi ai cittadini.