Un’importante iniziativa contro la mentalità mafiosa è stata inaugurata a Melito di Napoli con l’apertura della Casa di Ros e Upendo, due appartamenti destinati a giovani e famiglie in difficoltà. Queste strutture, ubicate nel Parco Margherita, sono state sottratte al patrimonio della criminalità organizzata e si propongono come luoghi di recupero, educazione e legalità. La cerimonia di inaugurazione ha visto la partecipazione di diverse autorità e familiari di vittime innocenti della mafia, sottolineando l’importanza del progetto nel contesto sociale ed educativo locale.
Le dichiarazioni di Giovanni Leonardi e l’obiettivo della cooperativa
Nel corso dell’inaugurazione, Giovanni Leonardi, presidente della cooperativa “Mondo in Cammino”, ha evidenziato l’importanza di promuovere iniziative positive nei territori colpiti dalla mafia. Con le sue parole, ha voluto sottolineare come la nascita della Casa di Ros e Upendo rappresenti non solo un simbolo di resistenza alla malavita, ma anche un’opportunità concreta per i giovani e le famiglie che si trovano a vivere in situazioni di grande disagio. Leonardi ha affermato che l’obiettivo principale è di aiutare i ragazzi a distaccarsi da ambienti malsani e fornire loro un’educazione basata su valori di legalità e solidarietà.
I due appartamenti, infatti, non sono solo semplici alloggi, ma spazi educativi che mirano a ricostruire le vite di giovani e famiglie, attraverso percorsi di formazione e sostegno. Un appartamento sarà dedicato ai minori, mentre l’altro fungirà da comunità educativa a dimensione familiare, offrendo un ambiente accogliente e formativo. Questo progetto si propone di restituire speranza a chi vive in contesti di degrado e criminalità, fornendo strumenti per una crescita personale e sociale consapevole.
La memoria di Rosario Mauriello e il significato del progetto
L’inaugurazione della Casa di Ros e Upendo è stata anche un’occasione per ricordare Rosario Mauriello, giovane vittima innocente della mafia, ucciso per un tragico errore di persona nel 1994. Durante la cerimonia, è stata scoperta una targa commemorativa a lui dedicata, che sarà affissa nella Casa di Ros. La presenza dei familiari di Rosario ha aggiunto un livello emotivo significativo all’evento, con la sorella Lucrezia Mauriello che ha espresso il suo apprezzamento per il progetto e l’importanza di mantenere viva la memoria del fratello attraverso iniziative di umanità e altruismo.
La partecipazione dei familiari ha rappresentato un momento di forte commozione e un tributo alla lotta contro la malavita. Lucrezia Mauriello ha sottolineato come la Casa di Ros e Upendo rappresenti una speranza per bambini e giovani, affinché possano crescere lontano da influenze negative e trovare un senso di comunità e appartenenza. La dedica di queste strutture a Rosario rappresenta anche un atto simbolico di riscatto nei confronti di una storia segnata dalla violenza, aprendo la strada a un futuro più positivo.
Le istituzioni presenti e il sostegno al progetto
All’evento era presente anche Daniela Rossi, sub commissario prefettizio di Melito di Napoli, a nome del commissario prefettizio Francesco Antonio Cappetta. La sua presenza ha evidenziato l’importanza del sostegno istituzionale a iniziative locali che promuovono valori di legalità e giustizia. Rossi ha sottolineato la valenza sociale del progetto, che offre opportunità di riscatto a bambini e adolescenti provenienti da realtà difficili, insieme alla rivalutazione del territorio attraverso l’utilizzo di beni confiscati alla criminalità.
Le istituzioni hanno dunque riconosciuto il valore di tali iniziative, che non solo forniscono un rifugio sicuro per chi ne ha bisogno, ma contribuiscono anche a costruire un ambiente più giusto e solidale. La Casa di Ros e Upendo sono, pertanto, un passo importante verso un cambiamento culturale che sfida l’eredità della mafia, promuovendo una società basata sul rispetto e sulla dignità delle persone.