Un grave incendio che sta colpendo il territorio del Vesuvio ha portato all’evacuazione di alcune abitazioni a Torre del Greco, creando forti preoccupazioni per la sicurezza dei residenti e per il patrimonio naturale dell’area. Questo articolo offre un resoconto dettagliato sull’accaduto, le operazioni di spegnimento e le dichiarazioni delle autorità locali.
Oggi pomeriggio, più di due abitazioni nel comune di Torre del Greco sono state evacuate come misura precauzionale a causa di un incendio che si è rapidamente intensificato. Le fiamme si stanno propagando nella zona conosciuta come “Cappella Bianchini”, una località che confina con il Parco Nazionale del Vesuvio e il comune di Ercolano. La situazione è diventata allarmante, tanto da spingere le autorità locali a prendere misure tempestive per garantire la sicurezza dei cittadini.
Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha convocato un incontro d’urgenza del Centro Coordinamento Soccorsi per coordinare al meglio le operazioni di spegnimento e salvataggio. Al momento dell’evacuazione, le fiamme sono visibili da lontano, alimentate anche da forti venti che stanno contribuendo alla loro propagazione. L’area colpita, caratterizzata da vegetazione tipica della macchia mediterranea e sterpaglie, ha suscitato apprensione tra i residenti e le autorità, che stanno seguendo attentamente l’evoluzione della situazione.
Per far fronte all’emergenza, sono attualmente sul luogo dell’incendio quattro squadre dei vigili del fuoco, affiancate da volontari della Protezione Civile regionale. L’intervento include anche l’ausilio di due elicotteri regionali e di altri due mezzi aerei nazionali, attivi nell’operazione di spegnimento. Un terzo velivolo, la cui richiesta di intervento è stata sostenuta dal prefetto di Bari, è in arrivo per rafforzare gli sforzi di contrasto al rogo, segnalando la serietà della situazione.
L’incendio ha avuto inizio ieri a Fosso Bianco, e sebbene inizialmente sembrasse spento, le condizioni meteo sfavorevoli hanno riacceso le fiamme. Oltre al fumo denso visibile a chilometri di distanza, i residenti lamentano un odore pungente che può rivelare la portata del disastro ambientale in corso. Sul fronte investigativo, le cause che hanno portato all’incendio sono ancora in fase di accertamento da parte dei carabinieri, la cui indagine si concentra su possibile negligenza o atti dolosi.
Il danno causato dall’incendio non si ferma ai soli abitati, ma si estende al patrimonio naturale del Vesuvio, come messo in evidenza da Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. Nell’ottica di un’analisi più ampia sulle dinamiche degli incendi in regione, Imparato ha dichiarato che “esistono evidenze di manovre criminose dietro al propagarsi delle fiamme, mirando a scopi che vanno contro la protezione dell’ambiente e della biodiversità.”
Il messaggio di Legambiente va oltre la denuncia immediata; sottolinea come ci sia una continua strategia di attacco ai valori ambientali della zona, suggerendo che incendi appiccati strategicamente in vari punti del Parco Nazionale mettono in difficoltà gli interventi di emergenza. L’associazione ha inoltre riportato dati allarmanti: nel 2023 in Campania si attestano su 1.955 ettari percorsi dal fuoco, collocando la regione tra le più colpite in Italia, con 355 atti di incendio denunciati e 28 persone coinvolte.
Le operazioni di spegnimento proseguono, e la comunità locale rimane vigilante e preoccupata per l’evoluzione della situazione e la possibile minaccia al proprio ambiente e alla propria sicurezza.