Nel corso di un’indagine che ha suscitato scalpore, due frati francescani sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale, coinvolti in una vicenda inquietante di rapina. L’inchiesta, originata da un colpo apparentemente singolare, ha portato alla luce ricatti e relazioni sessuali devianti, destando preoccupazione tra la comunità locale. I dettagli emersi sono tanto sconcertanti quanto inquietanti e rivelano una rete di manipolazione e abuso.
L’operazione dei carabinieri di Afragola
L’operazione è stata avviata dai carabinieri della stazione di Afragola, attivi tra aprile e giugno 2024. Tutto ha preso avvio da una rapina avvenuta il 26 aprile, quando due uomini hanno denunciato di essere stati aggrediti da malviventi a volto coperto. Armati di mazze, i criminali sono riusciti a portare via un telefono cellulare, senza però sospettare che il loro gesto avrebbe innescato un’indagine che avrebbe svelato misfatti ben più gravi.
Le forze dell’ordine, una volta ricevuta la segnalazione, hanno rapidamente identificato non solo i due autori materiali del furto ma anche i complici che avevano svolto un ruolo decisivo nel reclutamento e nella preparazione del colpo. Le indagini si sono quindi diramate, rivelando il coinvolgimento di un religioso che fungeva da mandante, segnalando così l’inizio di un’inchiesta di vasta portata.
La rapina dal sapore inquietante
Quello che inizialmente sembrava un semplice furto è rapidamente emerso come una “rapina anomala”. L’operazione mirava a recuperare telefoni cellulari di cui il religioso desiderava disperatamente riprendere possesso. Si sono così scoperti materiali compromettenti: video e chat sessualmente esplicite che coinvolgevano il frate e alcuni uomini, compresi i denuncianti. Queste conversazioni contenevano riferimenti ai rapporti sessuali forzati, instaurando un clima di paura tra le vittime, che temevano di rimanere escluse dal supporto economico e sociale dell’istituzione religiosa.
Il timore di denunce e di ritorsioni ha indotto i religiosi a commissionare la rapina, segnalando la gravità dei comportamenti illeciti. Non sorprende quindi che le autorità abbiano provveduto al sequestro di dispositivi elettronici appartenenti agli indagati, cercando tracce tangibili di ciò che era accaduto.
Testimonianze inquietanti delle vittime
Le testimonianze delle vittime forniscono un quadro agghiacciante della situazione. Un uomo ha raccontato come il suo incontro con il frate sia avvenuto nel 2016 tramite una chat di incontri. Lì, ha iniziato una relazione di scambio in cui il frate offriva cibo e sigarette in cambio di atti sessuali, dando vita a una spirale di schiavitù e ricatto che ha continuato a espandersi.
Le vittime hanno descritto come il religioso non si limitasse a sfruttare solo un individuo, ma incoraggiasse il giovane a portare altri ragazzi nella rete di abusi sessuali. Secondo le informazioni rivelate, il giovane finanziava i propri incontri prelevando denaro dalla paga che riceveva per i lavori in chiesa, facendo emergere un meccanismo finanziario di sostegno a queste pratiche aberranti.
Il racconto prosegue rivelando che questi incontri si verificavano con una certa regolarità , all’incirca una volta al mese, sempre sotto la minaccia di perdere l’assistenza economica. Le vittime raccontano di una vera e propria organizzazione clandestina, con inviti fatti tramite app di incontri, rendendo questa vicenda ancora più disturbante e complessa.
Questa inchiesta ha aperto interrogativi in merito alla condotta di alcuni membri della Chiesa e ha il potenziale per scatenare un ampio dibattito sulla trasparenza e sulla responsabilità all’interno delle istituzioni religiose, in particolare in relazione alla protezione dei più vulnerabili.