Un’inquietante indagine condotta dai Carabinieri del NAS ha portato alla luce una situazione tragica all’interno dell’Istituto Europeo della Terza Età di Salerno. Il centro, in apparenza luogo di accoglienza e assistenza per anziani, si è rivelato essere una struttura dove regnavano la negligenza e i maltrattamenti, alimentati da una gestione orientata esclusivamente al profitto. Le gravi accuse mosse nei confronti del personale hanno portato all’emissione di dieci misure cautelari.
Gravità dei maltrattamenti riscontrati
L’indagine ha svelato un quadro inquietante di maltrattamenti nei confronti degli ospiti, in particolare dei più vulnerabili. Alcuni residenti venivano legati a letti o sedie a rotelle utilizzando stracci e vecchi maglioni, un comportamento che evidenziava una totale mancanza di rispetto della dignità umana. I maltrattamenti non si limitavano all’uso della forza fisica; le vittime venivano anche abbandonate in condizioni igieniche disastrose, ritrovate nel proprio urine o con pannoloni sporchi, senza la possibilità di ricevere assistenza.
Queste pratiche disumane sono aggravate dalla situazione già fragile degli anziani coinvolti, molti dei quali avevano limitate capacità di autodifesa a causa di condizioni psichiche o fisiche compromesse. Le indagini hanno segnalato che, a causa della paura di ritorsioni o della difficoltà nell’esprimere il proprio disagio, spesso le vittime non avevano nemmeno la possibilità di denunciare gli abusi subiti.
Condizioni strutturali e gestione finanziaria
Oltre alle inaccettabili condizioni di vita degli ospiti, l’indagine ha rivelato gravi carenze strutturali e professionali all’interno dell’Istituto. L’organico risultava insufficiente sia in termini numerici che di specializzazione, rendendo difficile fornire assistenza adeguata agli anziani. Inoltre, i servizi primari come il riscaldamento erano non funzionanti, e veniva frequentemente a mancare anche l’acqua calda, ulteriori indicatori di una gestione improntata all’inefficienza e alla superficialità .
La motivazione dietro a tale atrocità risiederebbe nella scelta della direzione della struttura di massimizzare i profitti, ad ogni costo. La decisione di accogliere anziani affetti da gravi patologie, alcuni dei quali in fin di vita, ha sollevato interrogativi etici e giuridici sull’operato dei gestori, ritenuti responsabili di una grave violazione dei diritti dei pazienti.
Misure cautelari e risvolti legali
Le indagini, portate avanti dai Carabinieri del NAS di Salerno con la collaborazione del Comando provinciale e del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli, hanno portato il Giudice per le Indagini Preliminari di Salerno a emettere dieci misure cautelari. Tra queste, si trovano arresti domiciliari e divieti di esercitare attività imprenditoriali. Settimane di inchieste culminate con l’adozione di provvedimenti a protezione della salute pubblica e della sicurezza sociale.
Oltre agli arresti, sono stati imposti diversi divieti specifici agli indagati, inclusi l’obbligo di presentazione periodica alla polizia giudiziaria e sette divieti temporanei di esercizio della professione di operatore sociosanitario. Queste misure mirano a prevenire ulteriori abusi e a garantire la sicurezza degli anziani in situazioni similari, ponendo l’accento sulla necessità di un monitoraggio costante delle strutture dedicate all’assistenza.
Le indagini proseguono per accertare l’estensione del fenomeno e valutare ulteriori responsabilità , mentre si auspica una tutela più efficace dei diritti degli individui più fragili.