L’omicidio del sindaco di Pollica ANGELLO VASSALLO continua a riservare sorprese, con nuovi dettagli che emergono dopo anni di indagini. Di recente, si è tornati a parlare di un incontro avvenuto nel settembre del 2010 tra ROMOLO RIDOSSO, uno dei quattro arrestati per l’omicidio, e un carabiniere. Gli sviluppi di questa vicenda rivelano connessioni preoccupanti e la possibilità di intimidazioni che potrebbero aver inciso sull’indagine.
Il 15 settembre 2010, ROMOLO RIDOSSO ricevette una visita nella sua abitazione a Lettere, comune in provincia di Napoli, subito dopo l’omicidio di Vassallo. Secondo quanto riferito dalla convivente di Ridosso, il carabiniere LAZZARO CIOFFI si presentò insieme a un uomo non identificato all’epoca. La donna, che ha testimoniato negli anni successivi, racconta di aver riconosciuto CIOFFI grazie ai fari lampeggianti della sua auto, un SUV nero. In un primo momento, Ridosso negò di aver incontrato il carabiniere, ma le indagini hanno successivamente portato alla luce evidenze contrarie. Durante quel colloquio, pare che i due uomini abbiano discusso di questioni legate all’omicidio di Vassallo.
Al termine dell’incontro, la convivente di Ridosso notò un cambiamento nel comportamento del partner, che appariva precedentemente teso. “Sembrò tornare sereno e ricominciò una vita regolare”, ha specificato la donna agli inquirenti, enfatizzando un possibile legame tra l’incontro e l’atteggiamento del convivente. Questi dettagli contribuiscono a creare un quadro inquietante, in cui le forze dell’ordine potrebbero aver avuto un ruolo considerevole nel plasmare gli eventi post-omicidio.
A chiarire l’identità dell’uomo presente con CIOFFI durante l’incontro fu lo stesso RIDOSSO. Il collaboratore di giustizia ha riferito che era presente anche GIUSEPPE CIPRIANO, altro soggetto di interesse per l’inchiesta. Stando alle dichiarazioni di Ridosso, l’intento di CIPRIANO e CIOFFI era intimidatorio: avrebbero cercato di convincerlo a non frequentare più Scafati e a non rivelare nulla riguardo all’omicidio di Vassallo. La minaccia, come affermato da Ridosso, era chiara: in caso di opposizione, il loro intervento avrebbe potuto compromettere per sempre la sua vita.
Questi eventi sollevano domande importanti sulle dinamiche di potere e intimidazione che potrebbero essersi instaurate tra i coinvolti. Le dichiarazioni di Ridosso, dal momento che sta collaborando con la giustizia, offrono una nuova luce su un caso che ha attraversato una serie di colpi di scena. Questo incontro apparentemente insignificante potrebbe in realtà rappresentare un tassello cruciale nel mosaico dell’indagine sull’omicidio di Vassallo.
L’omicidio di ANGELLO VASSALLO risale a quasi tredici anni fa e ha rappresentato un evento scioccante per la comunità locale. Vassallo era molto attivo nella promozione di politiche ambientali e aveva una reputazione di integrità. La sua uccisione ha suscitato un’ondata di indignazione e ha portato a un’intensificazione delle indagini da parte delle autorità.
Con il passare del tempo, il caso ha subito vari sviluppi, tra cui fasi di stallo e rivelazioni drammatiche. Ora, con il recente arresto di Ridosso e degli altri coinvolti, le autorità stanno cercando di fare chiarezza su un omicidio che ha scosso profondamente la comunità. L’emergere di testimonianze come quelle di Ridosso potrebbe non solo aiutare a risolvere il caso, ma anche a chiarire potenziali collusioni tra criminalità e forze dell’ordine.
Il proseguimento delle indagini è fondamentale per ristabilire la fiducia nei confronti delle istituzioni locali e per portare alla luce la verità dietro un omicidio che continua a tenere con il fiato sospeso non solo Pollica, ma anche l’intero territorio campano.