Indici generazionali: Qualità della vita per bambini, giovani e anziani

La quarta edizione dei tre indici generazionali del Sole 24 Ore premia le province con il miglior contesto di vita per fasce di età. Sondrio, Gorizia e Trento si confermano al top in Italia.

Bambini: Sondrio in vetta con miglioramenti significativi

L’indice della Qualità della vita per i bambini premia Sondrio per i risultati positivi nei nuovi indicatori introdotti. Ravenna e Trieste completano il podio, con Gorizia alle calcagna.

Giovani: Gorizia al comando con stabilità emiliano-romagnola

Gorizia si conferma al primo posto per la qualità della vita dei giovani, seguita da Ravenna e Forlì Cesena. Le province emiliano-romagnole mantengono performance positive.

Anziani: Trento in testa con predominio del Nord

Trento si conferma leader per la qualità della vita degli anziani, con una presenza predominante delle province del Nord in testa alla classifica. Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige dominano la top 10.

Nuovi parametri e consolidamento dei dati

La Quarta edizione dei tre indici generazionali del Sole 24 Ore introduce nuovi indicatori e consolida le fonti di informazione certificata. L’analisi si focalizza sulla risposta dei territori alle esigenze specifiche di bambini, giovani e anziani.

Sud Italia e grandi città in coda alla classifica

Le province del Sud Italia si confermano in fondo alla classifica, con Lucca chiudere per gli anziani. Le grandi città italiane presentano performance mediocri, specialmente per quanto riguarda il benessere dei giovani.

Tendenze nazionali e generazionali: sfide e opportunità

Gli indicatori evidenziano una diminuzione del numero di pediatri attivi, un aumento dei delitti a danno di minori e una tendenza alla stagnazione per quanto riguarda la competenza numerica e alfabetica non adeguata. Le condizioni dei giovani evidenziano segnali contrastanti, con una riduzione della disoccupazione giovanile, ma una diminuzione delle opportunità imprenditoriali. Per gli anziani, si registra un aumento del consumo di farmaci antidepressivi e una diminuzione degli infermieri attivi.

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Redazione