Pianura, una delle zone periferiche di Napoli, sta vivendo un periodo di intenso tumulto a seguito di arresti eccellenti e atti di intimidazione. La recente esplosione di una bomba contro il nipote di un noto boss locale segna un nuovo capitolo della battaglia per il potere tra i clan. Con la disarticolazione di gruppi storici, il quartiere diventa pericolosamente appetibile per le alleanze camorristiche provenienti da aree limitrofe.
La notte tra bombe e arresti
Nella serata del 24 novembre, Pianura è stata teatro di un episodio di violenza inaspettata. Intorno alle 23, una bomba ha devastato l’ingresso di un palazzo in via Nabucco. Questo attacco è avvenuto nelle immediate vicinanze dell’abitazione di Antonio Lago, nipote del temuto boss Pietro ‘o Ciore, ritenuto a capo di uno dei clan più influenti del quartiere. Già in passato, Lago era stato preso di mira: un agguato nel mese di agosto avrebbe dovuto eliminarlo, ma l’intervento delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di cinque individui legati al clan Marfella-Cuffaro.
La scena si è presentata a dir poco drammatica: calcinacci sparsi, portone sventrato e la paura tra residenti in aumento. Sebbene l’identità degli autori rimanga ignota, l’ipotesi prevalente resta quella di un intimidatorio “messaggio” criminale. Questo episodio si colloca in un contesto già fragilizzato, dove gli arresti di ieri sera potrebbero aver aperto un pericoloso vuoto di potere.
L’operazione di polizia e gli arresti
La situazione di tensione è culminata nella mattina del giorno successivo, quando la Polizia ha condotto un blitz nel quartiere, mirato a eseguire un’ordinanza di custodia cautelare per 15 persone, gran parte delle quali con legami diretti con i clan Marsicano-Esposito e Carillo. Le accuse mosse vanno dall’associazione mafiosa alla detenzione e porto illegale di armi fino a estorsioni perpetrate tramite il carcere.
Una figura centrale nelle indagini è stata quella di Antonio Gaetano, noto con il soprannome di Biscotto. Gaetano è stato vittima di un tentato omicidio nell’agosto 2022, ma purtroppo la spirale di violenza non si è conclusa: pochi giorni dopo, Andrea Covelli venne ucciso e ritrovato in un bosco. Questo omicidio ha fatto scattare le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, portando a una serie di arresti e al consolidamento della tensione nel quartiere, con conseguenze impreviste per le dinamiche di potere locali.
Riconfigurazione degli equilibri tra clan
Gli eventi dell’ultima settimana hanno radicalmente rimescolato gli equilibri nel mercato della droga a Pianura. Con i clan storici indeboliti a seguito delle operazioni di polizia, sia locali che quelli dei comuni limitrofi, come Rione Traiano, Soccavo, Quarto e Marano, hanno iniziato a farsi avanti. Il rischio è che la criminalità organizzata si riorganizzi non solo per rivendicare il territorio, ma anche per spartirsi il profitto derivante dalle attività illecite, inclusi spaccio e estorsioni.
Particolare attenzione è rivolta alla cosiddetta “paranza dei bambini di Pianura“, un gruppo di giovani che ha approfittato del vuoto lasciato dagli arresti per cercare di assumere un ruolo predominante. Con l’arresto di Massimiliano Santagata, ritenuto il loro leader, si è aperto uno scenario di precarietà e instabilità, dove l’emergere di nuove alleanze o la ricerca di sostegno da precedenti alleati rimane altamente probabile.
I clan di Pianura, tra cui i Carillo e il clan Lago, dovranno considerare le loro opzioni strategiche nel contesto attuale, delineando le nuove alleanze necessarie per mantenere il controllo su un territorio che, vista la pressione delle forze dell’ordine, diventa sempre più difficile da gestire. Il loro futuro, così come quello della comunità di Pianura, dipenderà dalle scelte fatte in un ambiente sempre più competitivo e pericoloso.