Le recenti dichiarazioni del procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, mettono in luce un tema scottante: le infiltrazioni mafiose all’interno delle tifoserie calcistiche. La sua testimonianza si inserisce in un contesto più ampio, caratterizzato da indagini e operazioni di polizia mirate a svelare la rete di connessioni tra la malavita organizzata e il mondo del calcio. Attraverso la presentazione di intercettazioni inviate in passato alla procura di Milano, emerge come questo problema non sia recente ma risalga a diverse annualità fa. In questo articolo, esploreremo le dichiarazioni di Gratteri sulla mafia e il calcio, il contesto delle operazioni antidroga a Caivano e le implicazioni della mala gestione degli incidenti stradali in città.
Nel corso di una recente conferenza stampa a Napoli, il procuratore Nicola Gratteri ha illustrato come le infiltrazioni mafiose, in particolare della ‘ndrangheta, siano un fenomeno consolidato nel calcio italiano. «Qualche anno fa ho inviato alla Procura di Milano delle intercettazioni che confermavano questa interconnessione», ha sottolineato Gratteri, indicando che gli arresti avvenuti non sono altro che la conferma di una realtà già conosciuta da lungo tempo. Le sue affermazioni sollevano interrogativi sulla necessità di monitorare con attenzione l’interazione tra le tifoserie e la malavita.
Gratteri ha indicato che l’emergere di tali dinamiche è il risultato di una connivenza sistematica tra vari attori, dalla società civile a funzionari pubblici. Alle spalle di queste infiltrazioni ci sono indagini complesse che evidenziano come la mafia riesca a trarre profitto da situazioni di vulnerabilità, approfittando di relazioni e contatti consolidati. La circostanza che tali attività si verifichino in un ambiente passionale e denso di emozioni come il calcio rende la questione ancora più preoccupante, richiedendo un intervento deciso e coerente da parte delle istituzioni competenti.
Gratteri non ha mancato di evidenziare l’influenza capillare della camorra, segnatamente del clan Angelino-Gallo, all’interno di settori chiave della pubblica amministrazione locale. Negli ultimi anni, diversi approfondimenti e indagini hanno dimostrato come questi gruppi mafiosi siano riusciti a instaurare rapporti di cointeressenza con rappresentanti delle istituzioni. Le conclusioni di queste ricerche, specie quelle emerse a ottobre 2023, mettono in risalto che la camorra non opera solo nell’ombra, ma si inserisce in maniera diretta nei processi decisionali, inquinando anche le aree di assegnazione degli appalti pubblici.
Questo contesto suscita preoccupazioni su come le decisioni politiche e amministrative possano essere influenzate dalla pressione della criminalità organizzata. Infatti, Gratteri ha affermato: «Le mafie esistono solo perché c’è chi interagisce con esse». Un messaggio chiaro: la lotta alla criminalità organizzata deve includere non solo la repressione dei crimini, ma anche una revisione profonda delle dinamiche relazionali che si instaurano tra cittadini e istituzioni. Le responsabilità di ciascuno, in questo scenario, diventano cruciali per il cambiamento.
In un ampio intervento, il procuratore ha affrontato anche un altro tema di grande rilevanza: gli incidenti stradali che affliggono Napoli. La recente morte di una giovane madre ha fatto risaltare l’urgenza di adottare misure più incisive per garantire la sicurezza stradale. Gratteri ha sollevato la questione della carenza di risorse e strumenti per il controllo del traffico e l’applicazione delle normative, rimarcando che «noi interveniamo un minuto dopo che il fatto è accaduto».
Per il procuratore, l’incremento del numero di vigili urbani e l’introduzione di tecnologie moderne, come telecamere e rilevatori di targhe, sono elementi fondamentali per migliorare la situazione. Inoltre, secondo Gratteri, l’inasprimento delle pene è insufficiente senza un parallelo incremento del minimal punibile; senza queste riforme, il rischio è che i trasgressori tornino rapidamente in libertà. L’aumento delle sanzioni amministrative potrebbe rappresentare una soluzione efficace per affrontare il crescente numero di incidenti stradali che coinvolgono civili innocenti, trasformando così un problema sociale in un ambito nettamente più gestibile.
In definitiva, la lotta alla mafia e la sicurezza stradale rappresentano due facce della stessa medaglia, accentuando l’importanza di un intervento sinergico e determinato da parte delle autorità competenti.