Infortuni nel calcio: Eugenio Albarella svela i numeri e le nuove necessità per tutelare gli atleti

La questione degli infortuni nel calcio è divenuta centrale nel dibattito sportivo, specialmente alla luce della crescita esponenziale degli incidenti tra i calciatori. Durante la trasmissione “A Pranzo con Chiariello” su CRC, il preparatore atletico Eugenio Albarella ha delineato i dati più recenti e le metodologie che potrebbero contribuire a una gestione più efficace di questo problema. Le sue osservazioni pongono l’accento sull’importanza di considerare l’analisi numerica e le condizioni dei campionati per affrontare in modo adeguato la salute degli sportivi.

Analisi dei numeri sugli infortuni nel calcio

Albarella ha indicato l’importanza di partire dai dati per sviluppare nuove metodologie nella preparazione atletica. In particolare, lo studio commissionato dall’Associazione Calciatori ha messo a confronto due campionati: quello della stagione 2022/23, caratterizzato dall’interruzione invernale per il mondiale in Qatar, e quello precedente. I risultati indicano un aumento del 30% degli infortuni per le Top 5 dei campionati maggiori, molti dei quali partecipano anche a competizioni europee.

Questo incremento non può essere analizzato esclusivamente attraverso il numero di partite giocate, secondo Albarella. Bisogna prestare attenzione anche al modo in cui è organizzato il calendario. Il ridotto tempo a disposizione per prepararsi alle intense sessioni di partite porta gli atleti a non essere sempre nelle migliori condizioni fisiche. Negli ultimi dieci anni, i volumi di corsa e le intensità di allenamento sono notevolmente aumentati, contribuendo a una maggiore incidenza di infortuni. La riflessione dell’allenatore evidenzia la necessità di un cambiamento nel modo in cui sono strutturati i campionati.

La riforma del calcio: possibili soluzioni

Il preparatore atletico ha sostenuto l’idea di una riforma nei campionati come una proposta valida per mitigare il problema degli infortuni. L’interruzione più lunga durante il mondiale in Qatar, infatti, ha rappresentato un’opportunità per migliorare la gestione dei carichi di lavoro, consentendo una preparazione migliore degli atleti.

Il rischio legato a troppi incontri ravvicinati non compromette solo la salute dei calciatori, ma va a influenzare anche la qualità del gioco stesso. Albarella ha messo in evidenza come il calcio, essendo lo sport più seguito al mondo, richieda una maggiore attenzione da parte delle organizzazioni calcistiche come UEFA e FIFA, le quali sono interessate a mantenere un elevato numero di tifosi e a salvaguardare la sostenibilità del loro business.

Le dinamiche esterne che influenzano gli infortuni

Non sono solo le partite e gli allenamenti a incidere sulla salute dei calciatori. Albarella ha fatto riferimento anche alle condizioni extra-campo che influiscono sulla performance fisica. Ad esempio, i trasferimenti frequenti e i relativi cambi di fuso orario possono generare stress biologico significativo, contribuendo in modo diretto al rischio di infortuni.

La preparazione atletica deve tener conto di questi fattori, mirando non solo a migliorare la performance in campo, ma anche a tutelare la salute degli atleti. Secondo il preparatore, è essenziale continuare a studiare e analizzare questi aspetti per trovare soluzioni più adatte e contestualizzate. La strategia deve evolvere, mantenendo sempre alta l’attenzione sulla salute degli sportivi, per costruire un futuro sostenibile per il calcio.

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Redazione