Brutti guai in vista per alcuni pensionati: a breve arriverà la temuta richiesta di rimborso da parte dell’ INPS…
Ogni mese, più precisamente il primo giorno, arriva il momento in cui tutti gli sportelli degli uffici postali sono stracolmi di clienti in attesa. La ragione risiede nel pagamento della pensione, di vecchiaia o anticipata.
Che sia essa la pensione minima o frutto di un lungo sistema contributivo, essa contribuisce al mantenimento e alla provvigione essenziale della persona a carriera lavorativa conclusa.
Nel nostro sistema attuale, la pensione coincide con il sessantasettesimo anno di età e all’incirca un ventennio di contributi versati alle casse dello stato. L’ultima manovra pronunciata come legge da parte dell’attuale governo reggente ha comportato anche un leggero aumento delle pensioni minime, ed esiste inoltre la possibilità di anticipare la conclusione di carriera lavorativa di un triennio, esentando il TFR.
Tuttavia il vero problema arriva quando l’INPS verifica che alcuni pensionati sono tenuti a dover rimborsare l’importo ricevuto, causando non pochi problemi a chi riceve questa comunicazione.
La questione delle restituzioni
L’INPS sta inviando comunicazioni a numerosi pensionati italiani, richiedendo la restituzione di somme indebitamente percepite. Questo fenomeno, che suscita preoccupazione tra i destinatari, può verificarsi per diverse ragioni, spesso riconducibili a errori dell’INPS o dei pensionati stessi. Le problematiche si manifestano soprattutto nelle pensioni legate a redditi o requisiti specifici, poiché queste sono concesse in modo provvisorio e sono oggetto di verifiche costanti.
Una delle principali cause di tali richieste è il mancato rispetto degli obblighi di comunicazione annuale dei redditi, attraverso la campagna RED. Questa procedura obbligatoria permette all’INPS di verificare il diritto alle prestazioni e ricalcolarne l’importo. I pensionati che non presentano la propria dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate devono inviare i modelli RED per evitare di incorrere in richieste di restituzione. Inoltre, è fondamentale ricordare che esistono altri modelli obbligatori, come l’INV. CIV, richiesto a chi percepisce prestazioni per invalidità e deve segnalare eventuali ricoveri a carico del Servizio Sanitario Nazionale, che comportano la sospensione della prestazione economica.
Come comportarsi in futuro
Le somme da restituire possono anche derivare da errori nell’applicazione di normative specifiche riguardanti alcune misure pensionistiche, come la quota 103 o l’Ape sociale, che stabiliscono restrizioni sul cumulo dei redditi da lavoro, salvo limitate eccezioni. Chi non rispetta queste regole rischia la sospensione della pensione e l’obbligo di restituire quanto percepito.
Nel caso di errori da parte dell’INPS o di omissioni da parte dei pensionati, è possibile richiedere la rateizzazione delle somme dovute. Tuttavia, la prevenzione riveste un’importanza fondamentale. I pensionati sono invitati a rispettare gli obblighi di comunicazione e a monitorare eventuali cambiamenti nei propri requisiti, al fine di evitare problemi futuri.