La situazione ambientale in Campania continua a destare preoccupazione. Secondo un report pubblicato dall’Isde in collaborazione con l’Arpac, le polveri sottili hanno registrato un incremento significativo nel 2024. I dati raccolti dalle centraline di monitoraggio indicano una crescita del 10% rispetto all’anno precedente, con un numero allarmante di sforamenti nei limiti consentiti. L’analisi dei medici evidenzia non solo un deterioramento della qualità dell’aria, ma anche le potenziali implicazioni per la salute pubblica.
Aumento degli sforamenti di PM10
La misurazione della qualità dell’aria lungo tutto il territorio campano ha mostrato chiari segnali di deterioramento. Al 31 dicembre 2024, le centraline di monitoraggio, tra cui quelle situate nella zona industriale di Acerra e in diverse località della piana nolana, hanno registrato un totale di 678 giorni di sforamento del limite massimo consentito di PM10, fissato a 50 µg/m³. Se si confrontano i dati con il 2023, si evidenzia un aumento di 49 giorni, equivalenti a un incremento percentuale del 7,8%.
Nello specifico, le centraline più critiche hanno segnalato i seguenti valori di sforamento: Acerra zona industriale ha raggiunto 86 sforamenti, seguita da San Vitaliano con 58, Napoli Ospedale Nuovo Pellegrini con 57 e Acerra scuola Caporale con 54. Queste informazioni non solo mettono in luce un problema di inquinamento persistente ma segnalano anche l’urgenza di azioni concrete per migliorare la situazione.
Sforamenti e zone critiche
L’Isde ha messo in evidenza anche il dato complessivo delle 41 centraline Arpa attive nella regione. Nel 2024, questi rilevamenti hanno registrato ben 974 giorni di sforamento. Questo numero ha mostrato un incremento drammatico rispetto ai 879 giorni del 2023, per un aumento totale di 95 giorni pari al 10,8%. Particolarmente critico è il caso dell’agglomerato Napoli-Caserta, che ha visto un picco di sforamenti, attestandosi a un incremento massimo del 12%.
Questa situazione di allerta non riguarda solo una singola area, ma colpisce un vasto territorio. Le centraline di monitoraggio evidenziano sforamenti in diverse località , chiedendo interventi urgenti da parte delle autorità competenti. Oltre ai significativi sforamenti, il report sottolinea che la mortalità causata da patologie legate all’inquinamento atmosferico rimane tra le più elevate in Italia.
Rilevazioni a lungo termine
La centralina di Acerra, situata nella zona industriale e prossimità dell’inceneritore, ha mostrato una media di sforamenti che è salita a 80 all’anno, con un incremento percentuale che si attesta attorno al 33% rispetto agli anni passati. Questo dato è parzialmente attribuibile al considerevole flusso di mezzi pesanti che transitano attraverso l’area industriale, la quale include anche il maxi inceneritore. Recenti accordi tra la Regione e A2A per aumentare il quantitativo di rifiuti trattabili ampliano ulteriormente le preoccupazioni.
La gestione dei rifiuti e l’impatto ambientale delle strutture esistenti richiedono un’attenzione particolare. Le centraline hanno rilevato una situazione critica che merita un’indagine. Secondo i medici dell’Isde, sarebbe necessario un intervento da parte di forze politiche indipendenti per fare luce sulla reale situazione della gestione dei rifiuti nelle zone di incenerimento.
Necessità di interventi urgenti
Vista l’impennata dei livelli di inquinamento, i dati dell’Isde indicano che il monitoraggio della qualità dell’aria non deve essere trascurato. È fondamentale che l’Arpac continui a fornire informazioni dettagliate sulla concentrazione di PM10 e sulle relative problematiche legate alla salute. Secondo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della comunità europea, il monitoraggio accurato dei dati è cruciale per poter valutare il grado d’inquinamento atmosferico e le sue ripercussioni.
L’aumento costante delle polveri sottili pone una sfida significativa per le autorità e i cittadini. È necessario un approccio coordinato per mettere in atto strategie efficaci che possano garantire una qualità dell’aria migliore e tutelare la salute della popolazione. La situazione attuale richiede una risposta decisiva e tempestiva per affrontare le problematiche ambientali e sanitarie legate all’inquinamento atmosferico nella regione Campania.