In un episodio che ha suscitato grande indignazione, venti studenti dell’Istituto Archimede di Ponticelli, Napoli, hanno vissuto un’esperienza imbarazzante nel corso del Gran Ballo storico di Natale, svoltosi a Venezia. L’evento, che doveva rappresentare un momento di celebrazione e condivisione culturale, ha invece messo in luce forme di odio e discriminazione, riservate non solo ai giovani ballerini, ma a tutta la comunità napoletana. La preside Rosi Stanziano ha reso pubbliche le offese ricevute, sottolineando l’atteggiamento ostile e discriminatorio da parte di alcuni adulti e ragazzi veneti.
La denuncia della preside e il clima di ostilità
Durante il Gran Ballo storico, i ragazzi sono stati oggetto di insulti pesanti, tra cui “Napoletani e terroni di m… tornate a casa” e frasi omofobe. Rosi Stanziano, la dirigente scolastica, ha esternato il suo shock per l’accaduto, affermando che “mai si aspettava di dover affrontare una simile situazione in un ambiente dedicato alla danza e alla cultura.” La preside ha riportato che l’hostilità contro i suoi studenti non si è fermata agli insulti, ma si è manifestata anche nei comportamenti di adulti, come un episodio che ha coinvolto un passante che, sentendo il tipico accento napoletano, ha esclamato parole cariche di disprezzo. “I ragazzi si sono girati verso di me e hanno chiesto ‘ma perché accade tutto questo?’”, ha raccontato, evidenziando la confusione e il dolore provocati da tali dimostrazioni di intolleranza.
La preside ha anche pianificato di inviare una lettera ufficiale al sindaco di Venezia e al governatore del Veneto, per chiedere attenzione su questo problema di discriminazione che colpisce non solo i suoi studenti ma inevitabilmente nuoce all’immagine di una città nota per la sua bellezza e accoglienza. La volontà è quella di stigmatizzare questi comportamenti, affinché situazioni simili non si ripetano in futuro.
Razzismo e intolleranza: una realtà che fa male
L’assessore regionale all’istruzione, Lucia Fortini, ha avuto la possibilità di discutere l’episodio con la preside. “Ho pensato di pubblicare e commentare la vicenda, ma ho scelto di non farlo per evitare di alimentare polemiche sui social media,” ha dichiarato, aggiungendo che, pur non volendo generalizzare, è fondamentale riconoscere e stigmatizzare tali episodi. “E’ un peccato che i ragazzi, venuti a Venezia per vivere un’esperienza importante, debbano tornare a casa con un ricordo così negativo della città,” ha commentato.
Questi eventi mettono in evidenza un problema più ampio che interroga sulla tolleranza e sull’apertura nei confronti delle differenze culturali. La reazione di alcuni cittadini veneziani serve da monito sulla necessità di lavorare per superare i pregiudizi, che non dovrebbero trovare spazio nella società contemporanea.
L’importanza della cultura e dell’inclusione
L’evento di danza storica doveva rappresentare un momento di incontro e celebrazione delle tradizioni, e gli studenti erano stati invitati a partecipare per l’impegno dimostrato in un corso di danza attivato dalla loro scuola grazie ai fondi del Pnrr. “Il corso ha avuto un grandissimo successo,” ha spiegato Stanziano, sottolineando che l’iniziativa ha permesso ai ragazzi di scoprire e apprezzare il patrimonio culturale attraverso la danza.
La scolaresca, con abiti che richiamavano l’epoca borbonica, ha preso parte a un evento che, nonostante le difficoltà, rimane simbolo di un legame tra tradizione e modernità. Le difficoltà affrontate dai ragazzi a Venezia sono un chiaro segnale che, per quanto possano essere nobili le intenzioni, è cruciale fare un passo avanti nella lotta contro l’intolleranza e regolarmente promuovere iniziative di inclusione e dialogo interculturale.
Il desiderio della preside è chiaro: una formazione che non solo arricchisce dal punto di vista artistico, ma che crea anche individui capaci di affrontare le ingiustizie, contribuendo a costruire una società più equa e aperta.