Il tema della criminalità organizzata nel contesto delle curve di Inter e Milan è tornato al centro dell’attenzione. Luigi De Siervo, Amministratore Delegato della Lega Serie A, ha rilasciato un’intervista al portale Calcio e Finanza, durante la quale ha discusso delle attuali indagini in corso sugli ultras, sottolineando le gravi conseguenze della presenza mafiosa negli stadi. Le sue dichiarazioni si inseriscono in un dibattito più ampio riguardante la sicurezza negli eventi calcistici e le responsabilità delle istituzioni.
La criminalità organizzata e gli ultras: una connessione pericolosa
Le indagini attuate sulle tifoserie di entrambe le squadre hanno portato alla luce l’infiltrazione di gruppi mafiosi, i quali, secondo De Siervo, hanno radici profonde nel mondo del tifo organizzato. Stando a quanto emerso, la malavita è riuscita a stabilire un controllo significativo sulle attività svolte all’interno e all’esterno degli stadi, tra cui spaccio di sostanze stupefacenti e altre attività illecite. La sicurezza negli stadi è diventata quindi un tema scottante, già denunciato da diversi anni da parte dei dirigenti e dei presidenti dei club, alcuni dei quali si trovano costretti a vivere sotto protezione.
De Siervo ha evidenziato come il problema dell’illegalità nelle curve non possa essere relegato alla responsabilità delle società calcistiche, le quali, a suo avviso, si sono trovate sole nella gestione di una problematica di tali proporzioni. La frustrazione delle società è palpabile, considerando le risorse che esse hanno dedicato alla sicurezza, ma che non sempre si sono tradotte in una maggiore protezione. Queste affermazioni pongono l’accento su una questione di rilevante importanza: è necessario che le istituzioni preposte intervenano attivamente per proteggere l’integrità del calcio italiano.
Un appello all’intervento statale per la sicurezza negli stadi
In risposta alla domanda su cosa possa fare lo Stato per combattere il problema degli ultras legati alla criminalità, De Siervo ha sottolineato che il calcio deve essere considerato un patrimonio nazionale. Ha affermato che è fondamentale il supporto delle Forze dell’Ordine per garantire che le curve vengano ripulite dalla malavita. Le società, dal canto loro, hanno già investito notevoli somme per installare tornelli e sistemi di controllo, e sono pronte a implementare ulteriori tecnologie di sorveglianza.
Tra le proposte emerse, De Siervo ha menzionato la necessità di dotare ogni stadio di impianti di riconoscimento facciale e telecamere ad alta definizione. Questi strumenti, una volta attivati, potrebbero contribuire a identificare e punire i responsabili di episodi violenti, razzisti e discriminatori, consentendo di trasformare nuovamente gli stadi in luoghi di aggregazione sicura per le famiglie e per i tifosi rispettosi.
In un contesto in cui il numero degli spettatori sta aumentando, De Siervo ha auspicato che si possa giungere a un equilibrio tra divertimento e sicurezza. Ha citato esperienze internazionali come la riforma Thatcher e il “Rapporto Taylor“, evidenziando l’importanza di un intervento congiunto per modernizzare gli impianti e garantire una gestione più efficace dei tifosi.
Collaborazione tra istituzioni per affrontare la violenza nel calcio
L’incontro tra il ministro dello Sport, Abodi, e il ministro degli Interni, Piantedosi, sulla questione della violenza negli stadi ha portato all’idea di una task force tra le due istituzioni. De Siervo ha accolto con favore questa iniziativa, sostenendo che è necessario rafforzare il coordinamento tra tutti gli attori coinvolti per combattere efficacemente il fenomeno della violenza nel calcio.
Tra le iniziative suggerite, si è parlato del potenziamento delle misure di sicurezza, come l’inasprimento del Daspo e la durata dei fermi per i violenti. L’integrazione di un gruppo di lavoro che coinvolga anche la FIGC e le leghe rappresenterebbe un passo importante verso una gestione migliore dello scenario calcistico italiano.
De Siervo ha rimarcato che l’utilizzo di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale e sistemi di riconoscimento facciale, può rivelarsi cruciale per garantire la sicurezza negli stadi. La capacità di monitorare e intervenire in tempo reale su comportamenti violenti potrebbe fare la differenza, rendendo impossibile per i violenti continuare a operare in un ambiente dove si dovrebbero celebrare sport e passione.