L’Inter è protagonista indiscussa nei campionati di Serie A degli ultimi anni e molti esperti e appassionati si interrogano se possa vantare la rosa più competitiva del torneo. Con il bilancio tra monte ingaggi, costo dei cartellini e spese di mercato, appaiono chiari i risultati raggiunti. Tuttavia, l’affermazione di avere 22 titolari abilmente equiparabili non è priva di dibattito. L’analisi delle recenti performance, specialmente in occasione della Supercoppa, fornisce spunti interessanti da considerare.
Un’alternativa d’eccezione: il derby di Supercoppa
La Supercoppa ha riacceso le discussioni sulla profondità e versatilità della rosa interista. La sostituzione di Hakan Calhanoglu con Kristjan Asllani ha sollevato interrogativi. Asllani, tra i calciatori che più hanno deluso in questa occasione, ha contribuito in modo significativo al ritorno in partita del Milan. Questo pone in risalto la differente agonisticità tra i titolari e le riserve, evidenziando come non tutte le sostituzioni apportino il medesimo valore aggiunto. Questo episodio riporta alla luce le criticità presenti nella squadra, portando a riflessioni sul reale livello di competitività tra i giocatori.
Scelte tecniche e strategiche: Mkhitaryan e Thuram
Le scelte dell’allenatore si manifestano attraverso le prestazioni individuali. La decisione di inserire Mkhitaryan al posto di Zielinski ha suscitato discussioni, specie in merito alle performance di entrambi i calciatori. Mkhitaryan, con il suo impatto immediato, potrebbe aver bloccato le opportunità di Zielinski, riservando a quest’ultimo un ruolo marginale se le dinamiche di gioco non si modificano. La questione si allarga se si considera il confronto tra Thuram e Taremi. Sebbene il primo abbia trovato la via della rete, il suo apporto alle meccaniche di squadra sembra limitato, mancando la creatività necessaria per arricchire il gioco.
Le problematiche difensive: il caso Bisseck e la profondità della rosa
Osservando la difesa, emergono altre criticità, come nel caso di Bisseck, il quale mostra una presenza fisica notevole, ma spesso affiancata da disattenzioni e letture difensive da migliorare. Anche qui, si evidenzia come Pavard riesca a elevare il potenziale difensivo della squadra, con capacità superiori nel posizionamento e nella gestione delle situazioni di gioco critiche. La diversa esperienza tra i giocatori chiarisce come il talento non sia distribuito in modo omogeneo.
L’impatto dell’infortunio: Dimarco e Carlos Augusto
Un’altra questione rilevante riguarda il confronto tra Dimarco e Carlos Augusto. Il primo è riconosciuto come uno dei migliori terzini a livello europeo, rendendo particolarmente difficile il compito del brasiliano, il quale deve affrontare un cammino di crescita e adattamento, privilegiando l’applicazione tattica ed una maggiore lucidità in fase di difesa. Questo confronto non solo sottolinea la disparità di esperienza, ma anche il valore complessivo della rosa interista nel suo contesto attuale.
Con queste considerazioni, emerge un quadro complesso attorno all’Inter. Sebbene possa vantare talenti di grande rilievo, la questione della rosa come “la più forte” necessita di ulteriori approfondimenti, con attenzione alle dinamiche interne che possono influenzare le prestazioni sul campo.