Matteo Bassetti, Direttore del reparto di Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha condiviso i suoi pensieri sulla situazione attuale del Genoa e il legame con il Napoli durante un intervento su CRC, radio ufficiale della SSC Napoli. Le sue parole offrono uno spaccato interessante sia sulla squadra rossoblù che sulle relazioni storiche tra le due tifoserie. L’intervista è stata una riflessione sincera su vari aspetti del calcio, dall’importanza della gestione delle risorse alla connessione tra le città.
il rapporto con il genoano e la figura di alberto gilardino
Bassetti ha espresso la sua affettuosa vicinanza ad Alberto Gilardino, l’allenatore del Genoa, lodandone il lavoro svolto in un contesto così sfidante. Secondo Bassetti, il tecnico ha dimostrato notevoli capacità nel gestire la squadra, nonostante le difficoltà comuni nel mondo del calcio. “Ho difficoltà ad entrare nelle logiche delle società di calcio”, ha fatto sapere Bassetti, evidenziando una problematica ricorrente: la mancanza di investimenti. Infatti, il dottore ha sottolineato che se non ci sono acquisti adeguati per sostituire i giocatori venduti, diventa complicato ottenere risultati significativi.
Con l’arrivo della nuova proprietà, ci sono aspettative di un cambiamento positivo. Il suo richiamo a una maggiore attenzione sulla composizione della squadra è fondamentale per il futuro del Genoa, una squadra che deve affrontare la lotta per la salvezza e il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.
il gemellaggio genoano-napoletano e l’affetto per napoli
Un altro tema toccato da Bassetti è stato il gemellaggio tra Genoa e Napoli, che per alcuni tifosi è stato recentemente interrotto. Con un filo di nostalgia, ha ammesso di sentirsi ancora “super gemellato” col Napoli, esprimendo rammarico per la rottura dei legami tra le due tifoserie. Ha parlato di un Genoa-Napoli del passato, quando entrambe le squadre erano in Serie B e conquistarono insieme la promozione in Serie A, sottolineando i legami culturali e territoriali che uniscono le due città. “Se non vivessi a Genova, vorrei vivere a Napoli”, ha affermato, evidenziando le similitudini tra i due contesti.
Questa connessione è arricchita da una condivisione di valori e stili di vita, che i tifosi portano avanti nel loro tifo e nella loro passione per il calcio. La speranza di un rinnovato gemellaggio rappresenta un desiderio di unione, specialmente in un’epoca in cui la rivalità calcistica può a volte sopraffare il senso di comunità.
valutazioni sulla squadra e sull’importanza della testa nel calcio
Durante l’intervento, si è parlato anche della prestazione del Genoa, in particolare della difesa, che ha suscitato la sua approvazione. Bassetti ha toccato anche il tema dell’acquisto di Balotelli, ammettendo che le sue prestazioni iniziali non sono state all’altezza delle aspettative. Pur riconoscendo il potenziale del calciatore, ha evidenziato le difficoltà di inserirsi in una squadra a stagione iniziata e senza una preparazione adeguata. Ha attribuito il successo nello sport non solo a abilità fisiche, ma anche a una mente forte e determinata.
Bassetti ha citato esempi di calciatori di fama come Cristiano Ronaldo, collega di diverso calibro, proprio per la testa e la disciplina che portano nel loro allenamento. “Il sacrificio è fondamentale”, ha osservato, condividendo la sua visione sul fatto che anche leggende del calcio, come Maradona, avrebbero affrontato sfide senza una corretta alimentazione e allenamento.
pronostici per le prossime partite e sogni calcistici
Infine, Bassetti ha espresso una previsione per la partita tra Genoa e Napoli, convinto che un pareggio sarebbe un risultato accettabile per entrambe le squadre. Ha espresso il desiderio di vedere l’Atalanta vincere lo scudetto, considerando la figura di Gasperini molto apprezzata a Genova. La città è orgogliosa di una squadra come l’Atalanta, che rappresenta una piccola realtà capace di competere ad alti livelli.
Parlando di calcio, Bassetti ha anche espresso gioia per la presenza di più squadre del Sud nelle competizioni nazionali, desiderando che il calcio rifletta la varietà e la bellezza della penisola. La passione per la propria squadra e i legami con i giocatori storici, come Aguilera e Skuhravy, mostrano come il calcio possa essere un linguaggio universale in grado di unire generazioni e culture diverse.