Stefano Ceci, ex manager e stretto collaboratore di Diego Armando Maradona, ha recentemente rilasciato un’intervista a Radio Goal, trasmessa su Kiss Kiss Napoli. Nel corso della conversazione, Ceci ha toccato temi che spaziano dalla vita privata di Maradona alle iniziative benefiche in suo onore, offrendo uno spaccato di un’amicizia profonda e duratura. Le parole di Ceci evocano emozioni e riflessioni su una delle iconi più amate del calcio mondiale.
Nel corso dell’intervista, Stefano Ceci ha condiviso ricordi significativi della sua vita con Diego Armando Maradona. “Maradona disse ‘non sarò un uomo comune’, e il 30 ottobre non può essere una data comune,” ha affermato Ceci, sottolineando l’importanza della figura di Maradona nella sua vita e nella storia del calcio. Attraverso aneddoti personali, Ceci ha descritto momenti cruciali, come il giorno in cui hanno preso le misure della mano sinistra di Diego, già celebre per il suo gol “La Mano de Dios“.
Ceci ha anche approfondito il rapporto tra Maradona e i suoi cari. Da quando ha conosciuto Diego nel 2000 fino alla sua scomparsa nel 2020, Ceci ha partecipato a 19 compleanni del campione argentino. Nonostante i festeggiamenti, l’ex manager ha rivelato che Diego non amava celebrare il suo compleanno, ma piuttosto si mostrava spesso triste in queste occasioni, riflettendo qualcosa di più profondo sulla sua vita e sulla pressione che ha subito.
Ceci ha affrontato il tema delle sfide personali che Maradona ha dovuto affrontare. “Diego ha avuto troppo poco, e Maradona ha avuto tutto, ma lui ha vissuto senza un’infanzia,” ha spiegato Ceci. Il peso del suo nome ha dato vita a una dualità, costringendo Maradona a indossare un’armatura che ha contribuito a renderlo fragile. In qualità di icona globale, ogni interazione di Diego era legata al suo status, spesso dimenticando la persona dietro il personaggio.
La salute di Maradona è stata un altro punto focale della discussione. Ceci ha rivelato che Diego ha combattuto una battaglia interna per anni, il suo corpo stanco e segnato dai problemi di salute. “Quando i suoi genitori sono venuti a mancare, per lui è stato un colpo durissimo,” ha aggiunto Ceci, evidenziando la solitudine che aveva iniziato a provare negli ultimi anni di vita. Questo stato d’animo lo portava spesso a dire: “Questo forse sarà il mio ultimo compleanno,” manifestando una consapevolezza inquietante della sua situazione.
Stefano Ceci ha parlato anche di un’importante iniziativa benefica dedicata all’Ospedale Pediatrico Santobono di Napoli. La raccolta fondi ha come obiettivo mantenere viva la memoria di Maradona attraverso una serie di eventi. “Stiamo progettando di creare delle T-shirt con la mano di Diego, i cui ricavi andranno destinati all’ospedale,” ha dichiarato Ceci, dimostrando l’intenzione di trasformare il ricordo di Maradona in un gesto concreto per aiutare il prossimo.
La celebrazione della vita di Maradona e la sua influenza sulla comunità napoletana si riflettono nelle azioni di Ceci, che continua a portare avanti il suo lascito. “La mano de Dios non è solo un gesto calcistico, ma simboleggia anche la generosità e l’amore che Diego ha sempre manifestato. Con questa iniziativa, vogliamo condividere quel messaggio di solidarietà e speranza,” ha concluso.
Ceci ha anche offerto un suo punto di vista sul Napoli attuale e sul suo allenatore, Antonio Conte. Dopo una deludente sconfitta del Lecce, ha voluto sottolineare l’importanza di ottenere punti essenziali. “Il Napoli è ancora al 40%, e i tre punti sono fondamentali,” ha commentato Ceci, evidenziando l’ottima difesa della squadra. Ha anche accennato all’importanza di affrontare le squadre più deboli con la giusta mentalità, essenziale per vincere i campionati.
L’intervista con Stefano Ceci non solo ha messo in luce il profondo affetto che lo legava a Diego Maradona, ma ha anche rivelato un uomo determinato a mantenere viva la memoria di un maestro del calcio. Le sue parole ci ricordano quanto sia cruciale riconoscere l’uomo oltre la leggenda e compartecipare ai valori di umanità, solidarietà e resilienza che Maradona ha rappresentato.