Una nuova sala consiliare è stata intitolata a don Peppe Diana, il sacerdote assassinato nel 1994 nella sua chiesa a Casal di Principe, segnando un altro passo importante nella lotta contro la camorra e le mafie. La cerimonia, svoltasi oggi presso il Consiglio Regionale della Campania a Napoli, ha visto la partecipazione di esponenti delle istituzioni locali, familiari e rappresentanti della società civile, tutti uniti nel nome della legalità e della memoria. Un tributo significativo, non solo alla figura di don Diana, ma anche a tutte le vittime della criminalità organizzata.
Il valore della memoria: la cerimonia e la sua importanza
Il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, è stato il primo a prendere la parola durante la cerimonia, esprimendo un profondo senso di gratitudine per coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta contro la camorra. Oliviero ha sottolineato come la nuova Sala consiliare fungerà da luogo di incontro e dialogo tra istituzioni e cittadini, mantenendo vivo il ricordo degli sforzi per la legalità e per il riscatto del territorio. Con riferimento diretto a don Peppe Diana, egli ha affermato che “era doveroso che Don Giuseppe ci indicasse la strada in questo palazzo”, evidenziando il legame tra l’impegno politico e la comunità.
La presenza del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha ulteriormente amplificato il significato della cerimonia. Durante il suo intervento, De Luca ha ricordato le toccanti parole di don Antonio Riboldi, pronunciate al funerale di don Diana: “È morto un prete, ma è nato un popolo”. Le sue affermazioni hanno tracciato un parallelo tra il passato e il presente della lotta contro la camorra, richiamando alla memoria le sfide del passato e sottolineando che, sebbene certi episodi possano apparire lontani, la lotta alla criminalità è tutt’altro che conclusa.
La famiglia di don Peppe Diana e il legame con il territorio
Un momento toccante della cerimonia è arrivato con le parole di Marisa Diana, sorella del sacerdote assassinato, che ha espresso emozione e gratitudine per il tributo reso alla memoria del fratello. Il suo intervento ha rappresentato non solo il ricordo di una persona amata, ma anche una richiesta di continuità nell’impegno per la legalità. “Possa lui dall’alto indicare la via alle persone che lavorano in questo palazzo”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza dell’eredità lasciata da don Peppe nel sostenere le speranze di una società più giusta.
Il legame con il territorio è stato ulteriormente ribadito dalla presenza di don Franco Picone, il sacerdote che ha preso il posto di don Diana, e di una delegazione del Comitato Don Diana e della Fondazione Polis. Questi gruppi continuano a lavorare per onorare la memoria di don Peppe e per supportare la comunità di Casal di Principe, mantenendo viva la sua lotta per la giustizia.
Impegni e visioni per il futuro
Il presidente Oliviero ha concluso il suo intervento sottolineando che la nuova sala sarà un promemoria quotidiano del sacrificio di don Peppe e di tutte le vittime delle mafie. “La nuova Sala ci ricorderà ogni giorno il grande impegno, il valore e il coraggio di don Peppe Diana e delle vittime di tutte le mafie”, ha affermato, ribadendo l’impegno del Consiglio regionale a rimanere aperto alle richieste e alle esigenze dei cittadini. La sala non sarà solo un luogo fisico, ma simbolo di un rinnovato dialogo tra istituzioni e cittadini, contribuendo a un futuro in cui la legalità possa finalmente prevalere sulla criminalità.
La celebrazione di oggi non è solo un atto simbolico, ma un invito a continuare il cammino intrapreso da don Diana, affinché le nuove generazioni possano crescere in un ambiente libero da illegalità e intimidazioni, in un contesto di vera giustizia sociale.